Di cosa parliamo – Il bilancio della stagione balneare. Chiaro Quotidiano ha chiesto a proprietari e gestori di strutture ricettive di Vasto com’è andata l’estate 2022. Qui risponde Caterina Celenza, albergatrice e vice presidente nazionale dei Giovani albergatori di Federalberghi.
STAGIONE POSITIVA – Il bilancio è col segno più: «Giugno è andato molto bene, anche perché abbiamo lavorato tre settimane in più del 2021, quando abbiamo aperto il 20 giugno a causa delle restrizioni Covid. Luglio stabile rispetto allo scorso anno, con un tasso di riempimento della nostra struttura al 94-95 per cento. Anche agosto ha fatto registrare il segno più se paragonato al 2021, mentre a settembre c’è stato un calo», fa i conti l’imprenditrice turistica. «A livello numerico, la stagione turistica è andata bene. Abbiamo incontrato difficoltà enormi nel trovare personale, non siamo mai entrati a regime e, sotto questo punto di vista, è stata una stagione pesante in cui non siamo riusciti a reperire mai più dell’80 per cento del numero necessario di addetti. Su questo ha influito – afferma Caterina Celenza – anche il recruiting di Amazon, per cui molti giovani hanno atteso la chiamata dal nuovo polo logistico di San Salvo. Gli stipendi? Ci saranno sicuramente strutture turistiche che pagano poco, ma nella mia si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro, che prevede 40 ore lavorative settimanali a tariffa fissa e giorno libero»
LA STANGATA – «I rincari di luce e gas mettono a rischio la sopravvivenza di molti alberghi in tutta Italia. Il problema grave che stiamo affrontando è il rincaro dell’energia con aumenti del 200 per cento. Nel mio hotel, in un’estate torrida come quella che abbiamo vissuto, 80 condizionatori sono rimasti accesi h24. Questo si ripercuoterà sulle tariffe delle camere? Aspettiamo prima di vedere quanto costerà l’energia il prossimo anno». Per ora, «le strutture che hanno attuato processi di innovazione energetica hanno contenuto un po’ i costi. Per le altre la spesa è diventata insostenibile. Se pensiamo che a Roma tanti alberghi non associati a grandi catene resteranno chiusi d’inverno, comprendiamo la gravità del problema».