Lo specchio enorme nella sala, il caminetto in fondo e la credenza, i tavolini con le tovaglie con i fiori verdi e l’immancabile profumo di crocchette fatte in casa e pizzette tonde. Tutto questo oggi compie 45 anni. La Lanterna Verde di corso Roma, in vico Icilio De Benedictis, ex vico VII Roma, insieme alla signora Miranda, Elenio, Ambra e Antonella spegne 45 candeline.
«Il nome Lanterna Verde lo abbiamo ereditato da Mazzoccone, da cui abbiamo rilevato la pizzeria nel 1977, in corso Roma 71. – racconta Elenio Pallini a Chiaro Quotidiano – Il proprietario un giorno era particolarmente stanco per troppo il lavoro, pizzeria e pasta fresca, e con mia madre di fronte disse che avrebbe voluto vendere l’attività e lei, senza pensarci due volte gli disse ‘la prendo io’ e da lì è iniziata la nostra storia con questa pizzeria». Una storia, cominciata da mamma Miranda e papà Febo, fatta di ricordi, clienti speciali, tanto lavoro, sempre nel cuore del quartiere Borgo.
«Quando eravamo al civico 71 ci si alzava alle quattro del mattino per impastare. – ricorda Elenio – Si faceva un tipo di focaccia bianca unica nel suo genere. Oggi non è più possibile perché l’impasto veniva lavorato su un tavolaccio di legno e coperto per una lievitazione rapida con una specie di lenzuolo infarinato. Alle sette del mattino c’era già la fila fuori. Le tabacchine, gli operai, i lavoratori in genere ne facevano incetta per assicurarsi il pranzo, le mense aziendali allora non esistevano, ed ora qui non esistono più neanche le aziende. La colazione – sottolinea – era spesso consumata da noi con pizza ai peperoni o rossa. La birra, non avevamo la licenza per gli alcolici, la prendevano invece nella cantina Fontana a fianco».
«Siamo una piccola oasi di ricordi al centro del quartiere Borgo»
Ricordi che sanno di profumi in un luogo che, già dopo qualche anno, iniziava però a stare stretto alla nuova Lanterna Verde. Da qui, il 23 settembre 1983, il trasferimento nel locale odierno, «casa e puteca», direbbe qualcuno. «Il listino di Mazzoccone aveva solo pochi tipi di pizza: la normale (ovverosia la margherita, ndr) la bianca, alle patate, ai peperoni, al prosciutto e con salsiccia di fegato. – ci dice Elenio – Quando per la prima volta un cliente entrò e chiese una margherita, mia madre ci guardò e ci disse: mo ché vò cussú?». Poi piano piano il menù si è ampliato, anche se il concept delle piccole teglie, ormai quasi introvabili, è rimasto, e sono arrivate le mitiche crocchette fatte in casa da mamma Miranda con una ricetta segreta come accade per le cose più buone.
«Di clienti speciali ne abbiamo e ne abbiamo avuti tanti. – racconta Elenio – Un signore del quartiere è venuto per quarant’anni ogni sera e ogni sera prendeva sempre la stessa pizza, sempre allo stesso tavolo, ormai era di casa. Il lockdown si è portato via anche questa sua abitudine». Ricorda con piacere anche Brigitte, una studentessa che stava al Canadian College che ogni venerdì sera andava alla Lanterna Verde a mangiare sempre la stessa pizza. «Qualche anno dopo, facendo scalo a Roma, di ritorno da un viaggio, – ricorda – Fece una piccola deviazione su Lanciano proprio per tornare a mangiare quella che definiva essere la sua pizza preferita. Sono soddisfazioni, no?». Così come è emozionante aver cresciuto intere generazioni. Vedere ragazzini diventare nonni e portare a mangiare pizza e crocchette del cuore ai propri nipoti che nel frattempo fanno amicizia con Ambra ed iniziano a rifiutare qualsiasi altra pizzeria in zona.
Nel 1995 la Lanterna Verde si è però in un certo senso sdoppiata. «Mio fratello Milvio ha deciso di mettersi in proprio con una pizzeria che facesse soprattutto l’asporto e proponesse un menù un po’ diverso. – riferisce Elenio – La lanterna che sovrastava sulla vecchia pizzeria è quella che prima stava sul punto vendita via Dalmazia ed ora è interna al nuovo locale in una traversa del Corso come portafortuna».
Qualcuno ha forse qualcosa da ridire sul locale di corso Roma rimasto un po’ retrò, con un gusto d’altri tempi e con le foto della Lanciano di una volta, opera di papà Febo, fotografo, come si legge a volte sui vari TripAdvisor, ma la forza della Lanterna Verde, insieme alla cucina, è proprio quella. «Ci sono lancianesi andati fuori per lavoro che quando tornano e vengono da noi, ritornano a quei sapori, profumi e luoghi che li hanno visti crescere, – dice Elenio – per questo credo che resteremo sempre così. Una piccola oasi di ricordi nel centro del quartiere Borgo».