Torna Sant’Egidio, l’antica fiera delle campanelle e dei giocattoli

Sono tante le tradizioni lancianesi in cui la partecipazione popolare è forte ed intensa, ma in una in particolare è davvero la folla festante a farla da padrone: stiamo parlando di Sant’Egidio, conosciuta da tutti come la fiera dei giocattoli e delle campanelle. Il 31 agosto fin dalla mattina, ma in particolare nel pomeriggio e fino a tarda serata, piazza Plebiscito ed a salire tutto il corso Trento e Trieste, traboccano letteralmente di gente: del resto dopo due anni difficili vissuti con le pesanti limitazioni dovute al Covid, il 2022 sembra essere finalmente l’anno giusto per tornare ad apprezzare e vivere pienamente i colori ed i suoni di questa tradizione antica che, pur avendo perso in parte il suo fascino e significato originale, è ancora molto sentita non solo a Lanciano, ma anche nei comuni limitrofi. Quest’anno gli espositori presenti saranno numerosi (circa 150), e provenienti non solo dall’Abruzzo ma anche dalle altre regioni del centro e del sud Italia. Le origini di questo rito sono antichissime e precedono di secoli l’epoca delle fiere cittadine che, nelle botteghe e nei banchi dei venditori presenti, sembrano quasi rivivere in questo appuntamento di fine agosto.

La festa, in realtà ha carattere sacro ed è dedicata all’abate benedettino vissuto tra il VII e il VIII secolo: eremita e guida spirituale di alcuni monasteri del sud della Francia, Egidio divenne molto popolare soprattutto nel Medioevo grazie ai tanti racconti e leggende tramandate sul suo conto. Il suo culto è arrivato anche in Abruzzo ed a Lanciano dove tutt’oggi esistono una contrada ed una chiesetta di campagna che portano il suo nome: qui sant’Egidio viene ricordato e celebrato il 1  settembre con una piccola ma particolare processione. Proprio la campanella, uno dei simboli del santo, si lega alla festa frentana con usi e fini diversi: Egidio divenne infatti protettore degli ammalati ed in particolare dei lebbrosi che per segnalare la loro presenza erano soliti viaggiare con un bastone a cui era legata appunto una campanella che segnalava agli altri viandanti il loro arrivo. Col passare dei secoli la piccola campana ha però cambiato radicalmente il proprio significato diventando una sorta di pegno d’amore: le coppie se la scambiano infatti come dolce promessa, insieme ai cestini che i fidanzati compravano alle proprie innamorate e dentro i quali esse conservavano la frutta: Quelle già sposate o con figli compravano invece ai loro piccoli dei balocchi artigianali in legno.

Tradizioni e riti antichi oggi forse cambiati ed in parte perduti ma che è interessante rivivere anche grazie a delle testimonianze storiche: un vecchio almanacco delle Feste di Settembre risalente al 1954 descrive così l’atmosfera che si viveva all’epoca la sera del 31 agosto: “Tutta la giornata trascorre normalmente, ma all’imbrunire quando il cielo assume una colorazione azzurra scura e in esso cominciano a palpitare le stelle, sulla piazza che prima non presentava nulla di straordinario, si accendono le luci e come un prodigio sorgono baracche e baracchette, si slargano ombrelloni colorati e tra lo sfarfallio delle lampade elettriche si mettono in mostra migliaia e migliaia di giocattoli di ogni genere: è il paradiso dei bambini che, accompagnati dai genitori, spalancano gli occhi incantati e tendono le mani avide. Il forestiero – si legge ancora nel testo – che capita a Lanciano in questo giorno, crede di trovarsi nel paese della cuccagna”.

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