Una piazza Plebiscito gremita di bambini, famiglie e semplici curiosi ha fatto ieri da magnifica quinta scenica ad uno degli appuntamenti più attesi della Settimana Medievale che culminerà nel grande corteo storico che, domenica 4, rievocherà la figura del Mastrogiurato. Lo spettacolo con l’esibizione e le spettacolari evoluzioni in volo dei rapaci ha sempre grande presa sulla folla: sarà forse l’eleganza, lo stile ed il mistero che questi animali suscitano nello spettatore e di come il falconiere dopo anni e anni di addestramento e vita in simbiosi si sia guadagnato la loro fiducia. Per quest’anno la scelta dell’associazione è ricaduta su Alessandro Vicini, di origine marchigiana ma da anni residente in Toscana che sul lastricato della grande piazza ha fatto conoscere ed apprezzare alcuni meravigliose specie come il falco appunto, l’aquila e due misteriosi gufi che con il loro sguardo magnetico ed il bellissimo piumaggio hanno conquistato da subito l’interesse della folla.
La falconeria è un’arte antica e misteriosa che nasce in Oriente prima del Medioevo ma che forse nell’età di mezzo conquista una grandissima popolarità: tante sono le opere d’arte ed i manoscritti miniati dove re, nobili, principi e cavalieri sono raffigurati durante le loro battute di caccia con al proprio fianco questi formidabili animale: in quest’epoca la falconeria diviene quasi uno status symbol che contraddistingue gli svaghi ed il relax delle classi più agiate: tra i falconieri più celebri passati alla storia c’è anche un celebre imperatore, quel Federico II di Svevia che sulla caccia con i volatili scrisse addirittura un’opera passata alla storia con il nome di “De Arte Venandi Cum Avibus”. Oggi la falconeria è molto cambiata, ma non è limitata ai soli, seppur amati spettacoli che animano le rievocazioni storiche, ma è un’arte profonda e per molti un vero e proprio stile di vita che spinge addestratori ed appassionati a dedicare gran parte del proprio tempo alla crescita ed all’addestramento di questi animali.
A spiegarlo ai microfoni di Chiaro Quotidiano è lo stesso Alessandro Vicini: «La mia passione per questi animali nasce fin da quando ero ragazzo quando a diciassette anni mi regalano un sparviere: lì ebbe inizio questa mia avventura con tanto studio, amore ed umiltà: alla base di quest’arte c’è il rapporto intimo e stretto che s’instaura tra animale e uomo ed alla base di questo ci sono fiducia e condivisione e mai ordini o costrizioni come molti erroneamente pensano. Nella falconeria – sottolinea Vicini – non esistono coercizioni ed anche il cappuccio che spesso portano viene utilizzato solo per far star tranquillo l’animale». Un rapporto antico dunque ed improntato sulla lealtà e sul rispetto: sono forse questi i veri valori che a distanza di secoli rendono ancora quest’arte viva ed affascinante agli occhi di chi la sa apprezzare.