Il Ferragosto dei partiti: 7 giorni per scegliere i candidati. Sigismondi probabile capolista di FdI

Resta una sola settimana, che nelle stanze della politica sarà febbrile. Le liste vanno presentate entro il 21 agosto alle cancellerie delle Corti d’appello. Il Ferragosto dei partiti passa per il vaglio dei nomi. Lo fanno le segreterie regionali, ma devono nella maggior parte dei casi ottenere il placet dei vertici nazionali. Poi un mese di campagna elettorale: si vota il 25 settembre.

CENTRODESTRA – Quasi sicuramente Fratelli d’Italia sceglierà come capolista al proporzionale il vastese Etelwardo Sigismondi, coordinatore regionale del partito di cui è leader Giorgia Meloni. La prima posizione nella lista bloccata di FdI, che nei sondaggi è il primo partito, vuol dire sicurezza di conquistare un seggio alla Camera. Tra gli altri aspiranti a un posto a Montecitorio o a Palazzo Madama ci sarebbero anche l’assessore regionale Guido Liris e il consigliere regionale Guerino Testa.

Etelwardo Sigismondi (FdI)

Più complessa appare la partita interna alle altre componenti del centrodestra. Nella Lega è scontata la corsa verso il secondo mandato del deputato Luigi D’Eramo, segretario regionale del Carroccio. Per il Vastese, circola ormai da due settimane il nome della portavoce regionale e consigliera a Palazzo dell’Emiciclo, Sabrina Bocchino. Invece «le candidature si decideranno la prossima settimana, al momento non abbiamo certezze», si limita a dire il coordinatore vastese di Forza Italia, Antonio Monteodorisio.

CENTROSINISTRA – C’è la consapevolezza che la strada sia iniziata in salita dopo lo strappo di Carlo Calenda, che ha rotto con il Partito democratico e si è alleato con Matteo Renzi per costituire un polo centrista composto da Azione e Italia viva. Nel proporzionale, il capolista del Pd per Montecitorio sarà il segretario regionale, Michele Fina. Al Senato la ricandidatura di Luciano D’Alfonso. A Vasto il sindaco, Francesco Menna, ha già escluso di voler correre sia quest’anno per il Parlamento che nel 2024 per il Consiglio regionale.

Sempre tra i dem, l’assessora comunale all’Istruzione, Anna Bosco, contattata da Chiaro Quotidiano, smentisce i rumors che la davano in rampa di lancio. Il Partito socialista italiano chiederà probabilmente a Gabriele Barisano, assessore comunale all’Ambiente, la disponibilità a entrare nella lista Democratici e Progressisti, composta da Pd, Psi, Demos, Articolo 1, +Europa, Impegno Civico, Sinistra italiana e Verdi. Lui è disponibile: «Sono un uomo di partito. Se il Psi mi proporrà la candidatura, la accetterò», dichiara Barisano.

CENTRO – Spuntano i nomi di Gaetano Fuiano, preside dell’Iis Mattei, per Azione, di cui è coordinatore cittadino, e di Domenico Molino (ex assessore della Giunta Lapenna) per Italia viva. Ma, al momento, sono solo ipotesi.

MOVIMENTO 5 STELLE – Tra due giorni, il 16 agosto, le parlamentarie, il voto online con cui i 4mila 300 iscritti abruzzesi del Movimento 5 Stelle sceglieranno i candidati. Il vastese Gianluca Castaldi, coordinatore regionale del M5S, non può correre per un seggio per via del limite dei due mandati confermato dal capo politico, Giuseppe Conte. Possono aspirare, invece, al secondo quinquennio la deputata di Vasto, Carmela Grippa, e le sue colleghe Daniela Torto e Valentina Corneli.

IL SISTEMA ELETTORALE – Il Rosatellum, la legge elettorale in vigore, assegna i 600 seggi (400 alla Camera e 200 al Senato) con un meccanismo misto: il 36 per cento dei posti col sistema maggioritario uninominale e il restante 64 col proporzionale. Vuol dire che gli elettori, nel primo caso, troveranno sulla scheda, che è unica, i nomi dei candidati (uno per ogni partito o coalizione) e in ogni collegio verrà eletto solo il candidato che avrà riportato il maggior numero di voti. Nel proporzionale, invece, i cittadini non potranno esprimere una preferenza, ma solo tracciare una croce sul simbolo del partito o movimento politico, perché le liste sono bloccate: chi è nelle prime posizioni ha più chance di essere eletto, chi si trova in basso non può nutrire speranze. Quindi, di fatto, sono i partiti a scegliere circa due terzi dei futuri membri del Parlamento. Dopo la riforma del 2019, che si applica per la prima volta, l’Abruzzo non elegge più 21 parlamentari, ma 13, di cui nove alla Camera e quattro al Senato. A Montecitorio sei saranno eletti nel proporzionale e tre nell’uninominale, mentre al Senato il rapporto è di tre a uno.

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