«La gestione della nomina dell’ente Fiera è lo specchio di questo ormai primo anno di amministrazione Paolini: un’amministrazione incapace di fare scelte e assumersi responsabilità». A dirlo è l’esponente di centrosinistra Leo Marongiu, dopo il susseguirsi di voci nei giorni scorsi sul possibile arrivo al vertice di Lancianofiera di Donato Di Campli.
«Peccato che tutti abbiano nelle orecchie le roboanti promesse della campagna elettorale anche sulla Fiera, dopo sicurezza, indennità, stadio, dissesto idrogeologico. Sulla Fiera, – prosegue Marongiu – il sindaco Paolini promise una rivoluzione con tanti giovani entro 30 giorni dall’insediamento: ne sono passati 300 e non si vede nulla se non tensioni ed il tiro al piccione all’interno della stessa maggioranza. Quando escono voci interne dalla maggioranza significa che il malessere è sempre più forte e lo stacco tra quegli amministratori che vorrebbero correre e quelli sempre ripiegati nel temporeggiare diventa sempre più lacerante». E Marongiu fa chiaramente riferimento alla pronta smentita dello stesso Paolini e alle successive dichiarazioni degli esponenti di Fratelli d’Italia che hanno lasciato intendere il loro disappunto ad un’eventuale nomina di Di Campli.
«Suggerisco al sindaco Paolini – scrive il consigliere di minoranza – di provvedere subito alla nomina e quindi mettere anche la Regione davanti alle proprie responsabilità, perché era negligente ieri e lo è oggi con la maggioranza Marsilio in perenne litigio, oppure di evitare questo balletto stucchevole e confermare Franco Ferrante che va ringraziato per continuare a tenere a galla un Ente in queste condizioni di precarietà e a non smettere di promuovere eventi di spessore. Le Fiere non si organizzano in poche settimane e questo ritardo rischia di pesare in modo irreversibile sulle prossime rassegne ed un ex presidente della Fiera dovrebbe saperlo. Chi ha tanto sbandierato il valore della tradizione sta scrivendo la pagina più insensata della Fiera di Lanciano. Se ci sono questi problemi già nel primo anno di amministrazione, – chiude Marongiu – non oso immaginare a come si possa arrivare a fine mandato in queste condizioni».