«Saltimbanchi, saltimbanchi, e uno e due e tre, oplà. Saltimbanchi, saltimbanchi e tre e quattro e cinque e sei, oplà». Elio entra in scena all’Arena Ennio Morricone e il primo brano è già una dichiarazione d’intento di quello che potrà accadere nel corso della serata. Parole e musica di Enzo Jannacci a cui Elio riesce a dare una nuova e personale veste. La seconda serata di Arena sotto le stelle non è un tributo o un semplice omaggio ma una rinnovata attenzione, con la riscoperta di piccole gemme del patrimonio musicale che ci ha lasciato il medico e cantautore milanese. Le canzoni diventano anche monologhi, come per Arrenditi che apre le porta a Ci vuole orecchio, brano che dà il titolo a tutto lo spettacolo.
Elio, accompagnato – sia musicalmente che nella messa in scena teatrale – da Alberto Tafuri al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri al sassofono e Giulio Tullio al trombone, riesce a colorare la serata di diversi colori, tra ironia e malinconia, riflessione e comicità sferzante. I ponti tra le canzoni sono tratti dai testi di Jannacci e anche di altri autori. Si passa da Sopra i vetri a La luna e una lampadina, e poi la milanesissima El purtava i scarp del tennis.
Elio è maestro nell’interpretazione, riuscendo a trasmettere tanto di sè nel dare voce ai brani di una figura come Jannacci che è stata presente nella sua vita sin da bambino. Lo spettacolo va avanti con spunti che spaziano tra un’analisi critica della diffusione dei ristoranti etnici all’importanza del foyer in un teatro. Impeccabile l’esecuzione di Vivere, e poi la struggente Quando il sipario calerà. Una ri-scoperta – o scoperta, a seconda dei punti di vista – di un gigante della musica italiana come Enzo Jannacci che Elio continua a far vivere in ogni data del suo tour, ricordando che «l’importante è esagerare, sia nel bene che nel male, senza mai farsi capire».
Questa sera, alle 21, l’ultimo appuntamento di Arena sotto le stelle con l’Italia Mundial raccontata da Federico Buffa.