Vasto, chiude lo sportello dell’Agenzia delle entrate riscossione. FdI: «Ennesimo servizio scippato al Comune»

Un altro servizio per i cittadini “scippato” al Comune di Vasto. È la denuncia dei consiglieri di Fratelli d’Italia, Vincenzo Suriani, Francesco Prospero e Guido Giangiacomo che, in una nota stampa, commentano la chiusura dello sportello dell’Agenzia delle Entrate riscossione.

«Vasto ha perso un altro servizio – scrivono i consiglieri di FdI – l’Agenzia delle Entrate riscossione (ex Equitalia) ha chiuso definitivamente i propri sportelli di Vasto (e Lanciano), lasciando soltanto un info-point presso le rispettive sedi territoriali dell’Agenzia delle Entrate dove, prima del Covid, era garantita la presenza di un dipendente un paio di giorni a settimana.

Già nella ultima fase ante Covid le cose non andavano bene: il servizio ridotto non consentiva di poter lavorare le cartelle stesse e, per di più, si venivano a creare file disumane negli unici due giorni di presenza settimanali. Dopo il Covid – sottolineano – la situazione è definitivamente degenerata, poiché Agenzia delle Entrate Riscossione ha pensato bene di cessare completamente l’erogazione del servizio, sia presso la sede di Vasto che presso quella di Lanciano, lasciando così scoperto un territorio che parte da San Salvo e arriva a Chieti, comprendendo ovviamente tutto l’alto vastese. Ci sfuggono i criteri adottati e che sono alla base di questa scelta iniqua poiché in altre cittadine delle stesse proporzioni quali Avezzano e Sulmona, ad esempio, il servizio non è mai stato interrotto, ed è garantito dalla presenza di una sede funzionante della riscossione.

Chiediamo al sindaco Menna, anche come presidente della Provincia – aggiungono – di fare sentire la propria voce per ripristinare tale servizio, al fine di evitare l’enorme disagio a carico di quei cittadini con carichi da cartelle esattoriali pendenti da risolvere, che oggi per qualsiasi adempimento non eseguibile online sono costretti a recarsi addirittura a Chieti. È tempo, compattamente, di fare sentire la nostra voce perché non venga scippato a Vasto l’ennesimo servizio, nel silenzio generale».

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