La movida di ieri e di oggi, com’è cambiato il divertimento dei più giovani

Sono sempre più giovani e si divertono sempre più come i grandi e in un mondo che va sempre più veloce, anche il divertimento è cambiato e la movida ha un sapore diverso. «I giovani non sanno più divertirsi», «i ragazzi pensano solo allo sballo», ma è davvero così? Abbiamo deciso di parlarne con chi della movida ne ha fatto un mestiere stando al di là del mixer o del bancone ed ha visto passare davanti sé più di una generazione.

Patrizia Spadano

«Non è il divertimento ad essere cambiato, ma il mondo», commenta Patrizia Spadano, titolare del locale Playa Blanco a Fossacesia Marina, da sempre a contatto coi più giovani tra musica e serate. «Il problema di oggi è soprattutto economico. – dice a Chiaro Quotidiano – Se in una famiglia c’è un budget da destinare al superfluo, quel budget andrà ai più giovani e così, da un po’ di tempo, in giro la sera ci sono solo i ragazzini». È sceso di molto, dunque, il target di chi frequenta i locali. Un target di giovanissimi che, per forza di cose, «non hanno grandi esperienze alle spalle e spesso eccedono». E sono tanti gli aneddoti che riportano ad una realtà cambiata in cui spesso le regole più che guide da seguire sembrano un optional. «Noi in cassa abbiamo un vero mastino napoletano, non scherziamo con l’alcol ai minorenni e chiediamo i documenti a tutti. – riferisce Patrizia – Come aggirano il problema? Da noi ordinano una tonica o una Coca Cola e l’alcol lo portano direttamente da casa. Una sera, girando tra i tavoli, ho trovato dei ragazzini con una borsa frigo con diverse bottiglie di gin e vodka. Sono rimasta allibita, ci credete?».

Raffaele Jair

Sarebbe un errore però generalizzare perché sono tanti i ragazzi che sanno e vogliono divertirsi in modo sano. «È cambiato il divertimento? Sì, ma in primis è la musica ad essere cambiata e da lì a catena si modifica tutto il resto». A dirlo è Raffaele Di Nunzio, per tutti Jair, dj e animatore di lungo corso. «Sono cambiate le sonorità, i testi e la durata delle canzoni e con loro il modo di divertirsi dei giovani. – dice Raffaele – Ciò che resta immutata però è la voglia di farlo. Quella c’è sempre, soprattutto dopo gli ultimi anni passati chiusi in casa. L’importante, nel mio lavoro, è sapersi adattare a chi si ha di fronte e modificare le scelte musicali in base al target. Dalla musica trap alla commerciale anni ’90, cerchiamo di accontentare un po’ tutti».

Cambiano i tempi, cambiano i giovani e cambia la movida, ma la voglia di divertirsi resta la stessa. «A volte è difficile rapportarsi con ragazzini così piccoli, la gestione non è semplice. – conclude Patrizia Spadano – Ma finché ci sarà una buona fetta di ragazzi che sanno divertirsi ancora in modo sano, possiamo dirci felici e fortunati di vivere in questo territorio».

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