«Nei ragazzi di oggi manca lo spirito di sacrificio»

«I ragazzi sono un po’ scoraggiati. Sono stanchi ancor prima di entrare nel mondo del lavoro. Il reddito di cittadinanza? Non è solo quella la causa». Fabio Bianco, titolare della pizzeria “Il Sogno”, a Lanciano da 14 anni, non nasconde la sua difficoltà a trovare personale, ma «non è una novità di quest’anno».

«Oggi ne parlano tutti – dice Fabio a Chiaro Quotidiano – ma le difficoltà legate al lavoro stagionale ci sono sempre state. Noi però quello che offriamo è un lavoro con regolare contratto per tutto l’anno, ma forse nessuno vuole più fare questo mestiere». Sono tanti gli annunci messi da Fabio ma nessuna risposta è arrivata. «Nei miei due punti vendita di Lanciano, nel quartiere Santa Rita e in centro, siamo in 16 a lavorare e credo di poterci definire una famiglia allargata. – spiega Fabio – Se però a lavorare con noi ci fossero altre 3 o 4 persone, saremmo più tranquilli, ma al momento sembra impossibile».

Fabio Bianco

Fabio è giovane, ma ha le idee chiare sul suo lavoro e sul modo di concepire uno staff. «Io voglio che chi lavora con me sia felice di farlo e venga col sorriso. – ci dice – Cosa propongo? Un regolare contratto per 5 o 6 ore al giorno, per 5 giorni a settimana a 1000/1100 euro al mese, ma sembra che per alcuni non vada bene». Il motivo? Secondo Fabio non è il leitmotiv reddito di cittadinanza, bensì la voglia, o la speranza, di trovare un posto più sicuro, in fabbrica, dove sì i salari sono forse più alti, ma il lavoro è sicuramente più impegnativo. «Non voglio fare di tutta l’erba un fascio, perché resto un ottimista, ma tanti ragazzi oggi hanno perso lo spirito di sacrificio e fanno fatica a capire che nel lavoro conta il gioco di squadra. Non può esserci la pretesa dello stipendio alto ma la voglia di lavorare bene insieme perché dall’impegno di ognuno dipende la gratificazione di tutti».

Quello che Fabio però è riuscito a creare con i suoi collaboratori è un ambiente sereno in cui reciprocità e formazione continua sono i punti cardine del lavoro quotidiano. «Mi piace capire quali sono i punti di forza di ogni persona e provo a spronare ognuno dei ragazzi che lavora con me. Siamo una catena, da chi fa le consegne a chi prepara le pizze. Ecco, forse questo manca ai ragazzi di oggi, la voglia di mettersi in gioco e investire su se stessi come facevamo noi quando eravamo alle prime armi. Ma io non mi arrendo e continuo a cercare», conclude Fabio, che non vuole smettere di essere innamorato del suo lavoro, riconoscente al suo staff e positivo verso il futuro.

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