2.200 chilometri per arrivare a Madrid e vivere un sogno, altrettanti per il ritorno a Vasto da campioni del mondo. 4400 chilometri «fuori dal mondo» per vivere un’esperienza indimenticabile.
L’11 luglio del 1982 l’Italia di Bearzot conquistava il suo terzo mondiale grazie al 3 a 1 sulla Germania grazie alle storiche firme di Paolo Rossi, Marco Tardelli e “Spillo” Altobelli. La capitale spagnola quella sera si tinse di azzurro ma la festa grande fu in tutte le città italiane con la grande gioia che durò fino all’alba del giorno dopo.
Tra i 90000 spettatori presenti al Bernabeu tanti i tifosi italiani, non mancò la rappresentanza vastese, tra loro abbiamo raccolto la testimonianza di Giuseppe Delli Benedetti, a Vasto, per tutti “Peppino l’americano”. Ha riportato a galla parte di quei ricordi con due foto, apparse sulla sua pagina Facebook accompagnata da una frase emblematica: «Stadio Santiago Bernabeu, delirio totale».
«Una giornata – ricorda Delli Benedetti – impossibile da dimenticare. Va detto che insieme ai miei amici Nicola Marino, Lino La Verghetta e Massimo Miscione decidemmo di partire, da Vasto, con la mia Fiat 131 Supermirafiori, nonostante in tv i telegiornali invitavano i tifosi italiani a restare a casa perché sarebbe stato impossibile trovare i biglietti allo stadio. Eravamo giovani, a 22 anni alcune esperienze vanno vissute, se non avessimo trovato i tagliandi ci saremmo goduti il match in quale bar spagnolo. Trenta ore di macchina, arrivammo il sabato a Madrid e dopo una lunga fila ai botteghini riuscimmo ad acquistare i biglietti.
Al costo di 10.500 lire, al cambio erano 800 pesetas, il nostro primo obiettivo lo avevo centrato, ora non restava che goderci lo spettacolo dagli spalti. Da Vasto nel frattempo arrivarono, sempre in macchina, altri amici come Lucio Rullo, Ezio Di Santo, Paolo Santoro e Mauro, all’esterno del Bernabeu c’era uno splendido clima di goliardia ma la vera gioia l’abbiamo vissuta nelle ore successive».
A distanza di quarant’anni nel raccontare quel giorno indimenticabile Delli Benedetti si commuove ancora: «Al solo pensiero mi viene la pelle d’oca, oggi su internet ho visto un riassunto di quindici minuti di quella sera ma nulla a che vedere con l’emozione provata allo stadio di Madrid. Avevamo la bandiera dell’Italia legata a una canna di bambù, portata da Vasto e fatta entrare anche al Bernabeu. Al terzo gol di Altobelli avevamo capito che il Mondiale era nostro, sugli spalti iniziò la festa azzurra, di fronte a noi, dall’altra parte dello stadio era seduto il presidente Pertini, le sue braccia al cielo in mezzo allo sventolio di bandiere italiane sono ancora oggi un’immagine indimenticabile».