Premio Docudì a Silvio Laccetti: col regista vastese il documentario è arte

«L’unica condizione che abbiamo posto è stata di evitare le celebrazioni», dice Giuseppe Mascitelli. Il frontman dei Dago Red non può mancare alla consegna del premio Docudì 2022. Va al giovane regista vastese Silvio Laccetti il riconoscimento dell’Acma, associazione cinematografica multimediale abruzzese. Glielo consegna Chiara Manni, presidente dell’associazione (rappresentata anche da Muni Cytron, componente del direttivo) che si propone «la promozione cinematografica» e «la diffusione del cinema del reale». Docudì è stato «estrapolato dal Festival del documentario d’Abruzzo, alla sezione Panorama italiano». Il giudizio della giuria è stato netto, perché il filmato di Laccetti «è stato proclamato vincitore con dieci punti in più rispetto agli altri».

Da sinistra, Silvio Laccetti e Giuseppe Mascitelli

«In un viaggio lungo vent’anni – si legge nella recensione – si racconta la storia dei Dago Red, la band folk’n blues italiana che affonda le proprie radici in Abruzzo, in quella stessa terra che ha dato i natali a John Fante (il nome del gruppo nasce dalla citazione di una raccolta di racconti del noto scrittore, n.d.r.) . Una storia di emigrazione musicale che affronta il tema del viaggio come esperienza e contaminazione, cultura e folklore, morte e rinascita».

Chiara Manni consegna il Premio Docudì a Silvio Laccetti

Un lavoro reso complicato dalla pandemia, quindi condotto «a distanza, io a Vasto e il direttore della fotografia, Gianmarco Capri, a Roma», racconta Silvio. Non solo il resoconto delle tappe di un gruppo musicale, ma anche una riflessione sull’emergenza Covid e sulle mode che passano mentre «loro continuano a suonare in tutta Europa». E si preparano al tour in Irlanda, dove si esibiranno al Whelan’s, storico locale «dove – sottolinea il cantante – qualche settimana fa ha suonato Ed Sheeran. Saremo la prima band italiana a tenere lì un concerto».

Al centro del video c’è l’Abruzzo, dal gruppo musicale ai filmati, alle interviste, mentre «sono dell’archivio di Dago Red le immagini del tour in Europa». Tra gli scenari abruzzesi, il lanificio Merlino di Taranta Peligna. «Il titolo del film – spiega Laccetti – si rifà a un brano dei Dago Red, Headin’ Home, perché hanno viaggiato e sono tornati in Abruzzo» e, fatto più unico che raro, hanno in repertorio «una canzone scritta direttamente in inglese e poi tradotta in dialetto di Casalanguida», il paese di origine di Giuseppe Mascitelli. Un pezzo che «nasce dalla sensazione di precipitare, che non è necessariamente una sensazione negativa», fa notare il frontman. «Non volevamo che Silvio raccontasse il gruppo, ma le esperienze del gruppo. Cosa ho pensato quando ho visto il documentario? Ho visto la sintesi di quello che abbiamo fatto e mi è piaciuta».

Silvio Laccetti è regista, produttore, sceneggiatore e giornalista. Nel suo percorso formativo nel mondo dell’informazione ha seguito uno stage nella redazione di Report, il programa d’inchiesta di Rai 3. Il suo primo documentario è stato Asgard, realizzato insieme a Simone D’Angelo nel 2016 e dedicato alla vita del pianista jazz Angelo Canelli. Con Giuseppe Di Renzo ha ideato e girato i documentari Urbano nel 2019 e La storia di Ray o l’asino che vola nel 2020. Ha scritto e diretto nel 2019 Generazione diabolika e ora Headin’Home, arricchito da un’analisi letteraria dei testi affidata a Remo Rapino, vincitore del Premio Campiello 2020 con il romanzo Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio.

Il 5 agosto ad Atri proiezione-concerto di Headin’ Home. «A Vasto – ricorda Silvio Laccetti – non è stato mai proiettato. Ma non lo dico per esprimere delusione». C’è ancora tempo per inserire la proiezione tra gli eventi estivi o comunque nella programmazione degli appuntamenti culturali. Sarebbe un riconoscimento a un giovane vastese di talento.

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