Notti insonni, giornate passate sui libri, e la consapevolezza che il primo, importante capitolo della vita scolastica sta per chiudersi per lasciare spazio ad una strada tutta da scoprire e da percorrere. Nel bene o nel male, l’esame di Stato è un po’ come il primo amore, “non si scorda mai”. Tra la preoccupazione per una prova tanto attesa quanto temuta, l’ansia per l’esito di quello che è un “passaggio di consegne” tra l’adolescenza e l’età adulta, e le aspettative per il futuro, l’esame di Stato è senza dubbio un emblema generazionale. Di incertezze, progetti e degli ultimi giorni tra i banchi di scuola, prima di approdare nelle aule universitarie o di affacciarsi nel mondo del lavoro, abbiamo parlato con i veri protagonisti di queste giornate: gli studenti.
Un ciclo di studi che trova compimento in questi giorni porta con sé tante sensazioni differenti tra loro. Preoccupazioni e spensieratezza, gioia e un pizzico di malinconia che inizia ad accompagnare i ricordi di un percorso fatto insieme a tanti amici. Ester Del Borrello, maturanda del Liceo Scientifico Mattioli di Vasto, è pronta ad affrontare l’esame iniziando già a gettare lo sguardo verso il suo futuro, come ci ha raccontato alla vigilia della prima prova.
Il triennio conclusivo delle scuole superiori è stato sospeso tra lezioni in presenza e Dad, il tutto nell’incertezza dell’emergenza sanitaria. Pensi di essere adeguatamente preparati per sostenere quest’esame?
Questi ultimi due anni sono stati una sfida per noi della classe 2003. Abbiamo dovuto far fronte a innumerevoli difficoltà e pressioni psicologiche. Non è stato facile rimanere concentrati quando l’umore era a terra per il fatto di essere confinati nella nostra cameretta. La relazione è fondamentale, quando è mancata ne abbiamo compreso l’inestimabile valore e una volta tornati fra i banchi di scuola ci siamo fatti forza a vicenda per cercare di recuperare il tempo perduto. I professori ci hanno guidati in questo percorso, venendoci incontro anche con dei rientri pomeridiani. Grazie ai tanti sacrifici, direi che possiamo considerarci pronti per sostenere questo esame. Il risultato sarà completamente meritato perché avremo dovuto lottare per ottenerlo. Abbiamo acquisito la consapevolezza più importante, che comunque andrà, non è un voto a qualificarci.
Da un paio d’anni, a causa delle modalità di fruizione delle lezioni, avete un po’ perso l’abitudine a sostenere prove scritte, ora vi ritrovate a dover affrontare due prove di questo tipo. È una cosa che ti preoccupa?
La preoccupazione c’è, ma so di aver dato il massimo durante l’anno quindi impiegherò tutte le forze in mio possesso per riuscire al meglio.
Cosa ti spaventa maggiormente?
Gli scritti mi preoccupano di più. L’orale meno perché i professori mi conoscono e sono a mio agio con loro.
Da quanto tempo ti stai preparando?
Ho cominciato il ripasso generale al termine delle lezioni, ma ogni giorno di studio durante l’anno è stato propedeutico all’esame.
Come stai vivendo questi ultimi giorni da liceale?
Questi ultimi giorni sono un po’ malinconici per me. L’esame determinerà la chiusura di un capitolo importante della mia vita. So che perderò i contatti con tanti dei miei compagni perché le nostre strade si separeranno, ma voglio bene ad ognuno di loro. Abbiamo vissuto esperienze insieme che porto nel cuore, in alcune occasioni non ci siamo sopportati, in altre abbiamo fatto squadra. Siamo cambiati tanto, abbiamo sperimentato cosa vuol dire vivere all’interno di una piccola comunità dove ogni tassello è importante. Ho condiviso con loro segreti, c’erano nei miei “momenti no” e nei giorni in cui ero tre metri sopra il cielo. Associo ad ognuno di loro un bel ricordo, una risata. Ho imparato, oltre che a farmi conoscere anche a conoscere me stessa, a superare le mie insicurezze e a limare alcuni aspetti del mio carattere.
Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
Il mio sogno è studiare Matematica a Bologna, una disciplina che mi ha sempre affascinata perché applicabile a tutto. Spero sia la facoltà che fa per me, ma questo potrò scoprirlo solamente strada facendo. Non so chi sarò in futuro, ma farò in modo di viaggiare tanto per soddisfare le mie curiosità e mettere in discussione le mie idee. Mi auguro di rimanere fedele sempre a me stessa, di avere il coraggio di schierarmi e combattere per i valori in cui credo, di non rimanere indifferente davanti all’ingiustizia come mi hanno insegnato i miei genitori, ma soprattutto di circondarmi di tante belle persone.