Notti insonni, giornate passate sui libri, e la consapevolezza che il primo, importante capitolo della vita scolastica sta per chiudersi per lasciare spazio ad una strada tutta da scoprire e da percorrere. Nel bene o nel male, l’esame di Stato è un po’ come il primo amore, “non si scorda mai”. Tra la preoccupazione per un esame tanto atteso quanto temuto, l’ansia per l’esito di quello che è un “passaggio di consegne” tra l’adolescenza e l’età adulta, e le aspettative per il futuro, l’esame di Stato è senza dubbio un emblema generazionale. Di incertezze, progetti e degli ultimi giorni tra i banchi di scuola, prima di approdare nelle aule universitarie o di affacciarsi nel mondo del lavoro, abbiamo parlato con i veri protagonisti di queste giornate: gli studenti.
Della “vita dopo l’esame di maturità” abbiamo parlato con Andrea Cardone, studente del VG del Liceo linguistico del Polo Liceale Pantini-Pudente. Nel suo presente e, soprattutto, nel suo futuro, dice a Chiaro Quotidiano, c’è il suo sogno più grande: la musica.
Per voi il triennio conclusivo delle scuole superiori è stato sospeso tra lezioni in presenza e Dad, il tutto nell’incertezza dell’emergenza sanitaria. Pensi di essere adeguatamente preparato per sostenere quest’esame? Sfortunatamente, a causa del Covid, durante il terzo e quarto anno (il quinto per nostra fortuna si è svolto completamente in presenza) il nostro percorso scolastico non è stato il migliore che si potesse desiderare. Grazie però, alla tecnologia, le integrazioni multimediali e soprattutto grazie ai nostri professori, che hanno lavorato tanto per selezionare i programmi creando un percorso quanto più lineare possibile, siamo riusciti comunque ad avere una continuità invidiabile in questi anni, pur non potendo avere il tempo (le lezioni duravano 45 minuti in DAD!) e la qualità di un percorso interamente in presenza. Alla luce di questo, e del fatto che anche l’esame è stato calibrato tenendo conto delle difficoltà di questi anni, guardando il quadro generale, posso dire di essere pronto a quest’esame.
Da un paio d’anni, a causa delle modalità di fruizione delle lezioni, avete un po’ perso l’abitudine a sostenere prove scritte, ora vi ritrovate a dover affrontare due prove di questo tipo. È una cosa che ti preoccupa? È innegabile la preferenza verso le modalità di esposizione orale durante il periodo di DAD, ma c’è da dire che le prove scritte, e la scrittura in generale, non sono mai state abbandonate totalmente. Inoltre, durante quest’ultimo anno, la scrittura e le produzioni scritte sono state riprese a pieno regime. Dunque, non ho particolari preoccupazioni a riguardo.
Cosa ti spaventa maggiormente? Potrei dire “il futuro” perché in ogni caso è sempre un’incognita, ma sto lavorando così tanto per il mio sogno, che in verità l’entusiasmo, l’esaltazione e la voglia di scoprire cosa succederà la fanno da padroni. In ogni caso, in quanto a paura la seconda prova non scherza, eh!
Da quanto tempo ti stai preparando? In verità durante tutto l’ultimo anno, insieme ai professori, si lavora anche in funzione dell’esame di maturità, quindi direi da settembre.
Come stai vivendo questi ultimi giorni da liceale? Abbastanza bene, la pressione scolastica sta scemando, e al suo posto comincio già a pregustare le giornate e gli anni futuri che, pur essendo ancora più intensi ed impegnativi, saranno finalmente i primi in cui potrò dedicare la totalità del mio tempo al mio sogno, la musica, il mio vero scopo.
Quali sono i programmi per il futuro? Continuerò a realizzare il sogno che ho da quando sono nato, ossia quello di fare il musicista. Proseguirò i miei studi a Roma, come faccio da ormai due anni a questa parte. Sono sicuro che il liceo linguistico sarà molto d’aiuto in un mondo sempre più globalizzato.