Il lungo inverno dei bambini: «Ché il sole torni a farci sorridere»

È stato l’inverno dei tamponi, delle norme anti Covid, delle quarantene, delle feste mancate e del distanziamento. Ma è stato anche l’inverno del lento ritorno alla normalità e della voglia di tornare, per alcuni di iniziare, una semplice e comune quotidianità. Si sta concludendo un altro lungo inverno dei bambini in cui però l’arcobaleno dell’andrà tutto bene sembra essere un po’ più vicino e colorato.

«Il nostro percorso con l’asilo nido è iniziato 19 anni fa, con la scuola dell’infanzia 4 anni fa. – dice Claudia Franceschelli, dell’asilo “La Casetta“ – Quella che sembrava routine, è  stata stravolta negli ultimi due anni, come peraltro la vita di tutti. Non possiamo, quindi, che essere contente e soddisfatte che l’anno scolastico sia stato portato al termine, che sia stato quasi “normale” e che abbiamo potuto riunire le famiglie in una tanto attesa festa in giardino». Un bilancio dunque tutto sommato positivo dal punto di vista della scuola dei più piccoli in cui, finalmente, la normalità è tornata a far capolino dopo due anni segnati dal silenzio più assoluto. «Abbiamo vissuto una continua altalena di equilibri durante questo inverno, ma in fondo eravamo preparate. – riferisce Angela Chiavaro, dell’asilo “Il Girotondo” – Quello che però sto notando è che iniziano a vedersi gli effetti della pandemia in bambini e genitori sempre più ansiosi e impauriti». Gli effetti sono però anche positivi. Ad esempio sulla didattica, con un ritorno alla natura, ai materiali da riciclo ed alla possibilità, che arriva tutta dai social, di confrontarsi, guardarsi allo specchio e trovare nuove strade.

Nuove strade che hanno tentato di percorrere anche i genitori che si sono trovati faccia a faccia con un nuovo inverno in cui guardare il mondo alla finestra insieme ai loro bimbi. «Io mi sono sentita sicuramente impotente – dice a Chiaro Quotidiano Giulia, mamma di Olivia, 2 anni – perché non riuscivo a trovare un modo per fare sfogare mia figlia. Sono stata  spaventata da ogni minimo decimo di febbre sospetto, colpo di tosse o naso colante, scoraggiata perché non vedevo la fine, ad ogni spiraglio di luce seguiva l’ennesima ricaduta. Ora non è che vada tanto meglio ma speriamo che l’estate porti via tutte le cose brutte».

Ansie e speranze vissute in un fil rouge che ha unito mamme, maestre e pediatri tra rigorose norme da seguire,  momenti di sconforto e voglia di non farsi prendere dalla paura di ciò che accade ma soprattutto di ciò che non si può controllare.

«L’inverno appena trascorso è stato molto lungo e difficile per bambini e genitori. – dice la pediatra Roberta Salvatore – Da un lato abbiamo raggiunto il picco di incidenza dei casi Covid nella popolazione pediatrica rispetto alla stagione precedente e la maggior parte dei bimbi dopo aver contratto il virus ha mostrato segni e sintomi del long Covid come astenia, inappetenza, mialgie, indebolimento del sistema immunitario. Dall’altro abbiamo assistito ad un aumento di virulenza dei comuni patogeni pertanto malanni stagionali quali raffreddori, faringiti, febbri si sono trasformati in patologie di entità maggiore che hanno necessitato in taluni casi ricoveri ospedalieri. Persino l’influenza, che normalmente ha il suo picco a dicembre-gennaio, quest’anno ci ha colpiti in primavera, come l’epidemia di streptococco che si sta verificando nella nostra provincia in questi giorni costringendo i bambini a casa con febbre alta e necessità di cure antibiotiche. Sembra proprio che questa pandemia ci abbia indeboliti, – spiega la dottoressa, ma senza eccessive paure – contiamo nella forza della vitamina D proveniente dal sole e dal mare per tornare a stare in salute e a sorridere».

Insomma, come dice la mamma di Olivia: «incrociamo le dita affinché non ci sia più un altro gelido inverno dei bambini».

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