Dopo la domanda presentata nel 2017 per l’edizione 2022, Lanciano ci riprova e si candida a Capitale della Cultura Italiana per il 2025. Nel 2017 ci provarono sia il capoluogo frentano che Teramo ma entrambe le città non riuscirono ad entrare nella top ten delle città finaliste. Il sindaco Filippo Paolini, e l’assessore alla Cultura e vice sindaco Danilo Ranieri, hanno infatti già avanzato la manifestazione di interesse per l’edizione 2025 «Per ora non abbiamo presentato nessun progetto – afferma Paolini – ma abbiamo tempo fino al 13 settembre prossimo per fare l’istruttoria e inoltrare la documentazione».
«Stiamo valutando attentamente l’iniziativa e come muoverci in questi tre mesi – gli fa eco Ranieri – il bando adesso mette delle condizioni: se non inseriti nell’elenco delle candidate non si può partecipare al successivo bando e tutte le condizioni vanno quindi considerate perché le cose vanno fatte bene”. Fino ad ora sono sedici le città che hanno inoltrato al Ministero della Cultura la manifestazione d’interesse per aggiudicarsi il titolo e successivamente un’apposita commissione selezionerà una shortlist di dieci finaliste, tra cui verrà decretata entro il prossimo gennaio la vincitrice. Lanciano punterà sul suo vasto patrimonio storico ed architettonico legato al sacro, di cui il Miracolo Eucaristico è il naturale fulcro.
Le sedici città candidate sono nel dettaglio: Agrigento, Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Città Metropolitana di Reggio Calabria, Enna, Lanciano (Chieti), M.Sant’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Otranto (Lecce), Peccioli (Pisa), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone), Spoleto (Perugia) e Sulmona (L’Aquila) Lo step successivo che scadrà il prossimo 13 settembre riguarderà il dossier vero e proprio di candidatura che verrà sottoposto “alla valutazione di una commissione di sette esperti di chiara fama nella gestione dei beni culturali”, come sottolinea una nota stampa del Ministero della Cultura.
Il dossier di candidatura dovrà contenere il progetto culturale ideato ed elaborato dalle città, della durata di un anno, con cronoprogramma ed elenco delle singole attività previste: inoltre dovrà contenere “l’organo incaricato dell’elaborazione e promozione del progetto, della sua attuazione e del monitoraggio dei risultati, con l’individuazione di un’apposita figura responsabile, la valutazione di sostenibilità economico-finanziaria del progetto culturale proposto, gli obiettivi perseguiti, in termini qualitativi e quantitativi, e gli indicatori che verranno utilizzati per la misurazione del loro conseguimento”.
Il titolo è stato istituito nel 2014 dall’allora Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, a seguito della nomina di Matera a Capitale Europa della Cultura 2019: il titolo di Capitale Italiana della Cultura deriva quindi dalla scia e dall’entusiasmo dell’omonima iniziativa continentale. Dal 2015 a oggi è stato assegnato a Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015), Mantova (2016), Pistoia (2017), Palermo (2018), Parma (2020 e 2021), Procida (2022), Brescia e Bergamo (2023) e Pesaro (2024). La città vincitrice riceverà un milione di euro per la realizzazione del progetto.