Il verbale del ministero rallenta il piano di riordino della Regione: per i nuovi ospedali c’è ancora da attendere

Decine di segnalazioni e correzioni che suonano come una bocciatura. Il verbale del tavolo di monitoraggio ministeriale per l’attuazione del Dm 70 (passaggio necessario per dare il via al piano di riordino ospedaliero regionale) pone grossi, nuovi, interrogativi sui tempi annunciati in più occasioni per i nuovi presidi ospedalieri, tra i quali quello di Vasto, ormai eterna promessa.
La riunione in videoconferenza con i funzionari dei ministeri dell’Economia e delle Finanze, della Salute, dell’Agenas (Agenzia sanitaria nazionale) e i rappresentanti regionali di Abruzzo (Claudio D’Amario), Emilia Romagna e Umbria si è tenuta il 22 febbraio scorso.

L’esito del tavolo di monitoraggio è chiaro: «la documentazione trasmessa – si legge – non ha consentito di completare l’istruttoria volta alla complessiva valutazione della riorganizzazione della rete ospedaliera. Si rinvia ad una successiva valutazione a seguito della trasmissione di una nuova documentazione da parte della regione Abruzzo che contemperi» i punti mancanti. Tra le assenze più pesanti c’è «l’individuazione di almeno 1 DEA di II livello», ovvero un super-ospedale con tutte le specializzazioni e le discipline, da quelle dei presidi di primo livello e quelle più complesse.
Il punto è particolarmente ostico soprattutto dal punto di vista politico con le prevedibili pressioni campanilistiche tra Pescara e L’Aquila per avere il maxi-presidio nel proprio territorio.

Marco Marsilio a San Salvo

La mancata individuazione di un Dea di secondo livello non è l’unica, l’elenco dei vuoti da colmare è lungo:
• la tempistica per l’assorbimento degli scostamenti delle discipline in esubero rispetto ai bacini di utenza; 
• la descrizione della rete oncologica (CSR del 17.04.2019 repertorio atti n. 59/CSR) e della rete dei centri di senologia (CSR del 18 dicembre 2014 repertorio atti n. 185/CSR); 
• la descrizione della rete dello Stam (Servizio di Trasporto Assistito Materno) e della rete dello Sten (Servizio di Trasporto Emergenza Neonatale);
• l’adozione delle azioni previste nel paragrafo 9.1.5 del DM 70/2015 relativamente ai PPI; 
• il cronoprogramma relativo alla riduzione delle Centrali operative (oggi ne sono quattro, uno per provincia);
• la rivalutazione della presenza delle discipline non previste nei vari livelli della rete: presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate, presidi ospedalieri sede di pronto soccorso, presidi ospedalieri sede di DEA di I livello; 
• la riduzione del Cts (Centri Traumi ad alta Specializzazione) in eccesso, considerato che il DM 70/2015 prevede 1 Cts ogni due milioni di abitanti; 
• l’indicazione esatta in tabella C delle emodinamiche e la riduzione delle Uoc di emodinamica in eccesso; 
• le azioni da intraprendere riguardo il punto nascita di Sulmona (sub standard) in considerazione del parere negativo alla deroga espresso dal CPNn;
• la strategia per la riduzione della frammentarietà relativamente all’intervento di tumore della mammella e delle Ptca (Angioplastica Coronarica Percutanea Transluminale);
• la strategia di valorizzazione della struttura HUB della rete Ictus del PO di L’Aquila. Si chiede di chiarire la specifica in tabella 30 “* i volumi di attività sono comprensivi anche di quelli effettuati presso il P.O. di Avezzano”. 

Inoltre, il tavolo sottolinea anche la necessità di completare la documentazione con l’indicazione di «Altre reti per patologia – rete oncologica e rete dei centri di senologia» e «Tempi di attuazione: cronoprogramma». 

Il progetto del nuovo ospedale di Vasto

LE PAROLE DI MARSILIO A SAN SALVO – Al di là dei rilievi (più o meno pesanti) normali in un iter complesso come quello del riordino della rete ospedaliera di una regione (e sui quali i tecnici stanno già lavorando), il documento del ministero induce a riflessioni su quanto puntualmente viene dichiarato rispetto al nuovo ospedale di Vasto atteso da oltre 20 anni.

Il presidente regionale Marco Marsilio presente a San Salvo il 23 maggio scorso (quindi esattamente due mesi dopo la riunione del tavolo di monitoraggio) evidenziando che «il nuovo ospedale si farà» ha testualmente detto «Ci sono i fondi, c’è il progetto, sta al ministero in valutazione, attendiamo che ce lo restituisca. Io spero che ce lo restituiscano senza osservazioni o, al massimo, con minime osservazioni che non ci costringano a un duro negoziato e a ricominciare da capo». Peccato che quelle osservazioni, non minime come auspicato da Marsilio e che pongono interrogativi sui tempi di realizzazione dei nuovi ospedali, fossero sul tavolo già da due mesi.

L’appuntamento politico durante il quale Marsilio ha parlato del piano di riordino ospedaliero

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