Nel decidere gli investimenti destinati agli ospedali, il direttore generale della Asl provinciale, Thomas Schael, non deve «usare il paraocchi». A puntare il dito contro il numero uno dell’azienda sanitaria non è l’opposizione di centrosinistra, ma la consigliera regionale di maggioranza Sabrina Bocchino.
«Le decisioni che sta assumendo la dirigenza della Asl Lanciano-Vasto-Chieti non possono che destare perplessità», dichiara la portavoce della Lega Abruzzo, che boccia il lavoro del manager: «Nonostante gli sforzi e l’impegno dell’assessore Verì, l’operato del direttore Schael denota una mancanza di visione sulla gestione sanitaria del nostro territorio e sulle priorità di intervento, a meno che non sia frutto di una precisa volontà o di una profonda antipatia vero la città di Vasto dal momento che non le riserva quanto giustamente fa per altre realtà. Tre anni di immobilismo in cui si è tirato a campare, nei quali siamo stati sempre in prima linea a chiedere personale per il San Pio, che è stato, grazie a chi lo dirige, l’unico ospedale della provincia a non accusare problemi in emergenza Covid. Abbiamo continuamente sollecitato interventi di manutenzione, abbiamo appoggiato le richieste di interventi migliorativi e ci siamo sentiti sempre rispondere che non ci sono soldi. Ed invece si sono giustamente fatti investimenti per l’ospedale di Atessa e tre milioni di euro per il Distretto Sanitario di San Salvo. Per l’ospedale di Vasto, però, in tre anni solo 200mila euro. Eppure – fa notare l’esponente del Carroccio – è l’ospedale del territorio, con un bacino di utenza notevole, un presidio di confine indispensabile».
Quindi l’elenco delle urgenze e le accuse, rivolte a Schael, di fare del San Pio da Pietrelcina un ospedale di serie B: «Di fronte alla carenza di anestesisti, ortopedici, neurologi e quant’altro, con una delibera del 31 marzo il direttore generale ha deciso di stipendiare a 6mila e 500 euro al mese un chirurgo plastico che eseguisse interventi presso l’Unità operativa di Chirurgia Senologica dell’ospedale Bernabeo di Ortona per tre accessi al mese… e per Vasto? Nulla.
Per tutte queste ragioni e consci della centralità del ruolo del nosocomio vastese, torniamo a sollecitare con forza il direttore Schael a non usare il paraocchi, a guardare alle necessità sanitarie di una intera comunità, perché se i soldi si trovano, e ne siamo felici, per presidi di certo minori si possono e si devono trovare per un ospedale dell’importanza del San Pio. Né può essere addotta a giustificazione la paventata costruzione del nuovo ospedale vastese, che poi sarà più vicino a San Salvo, usata come scudo di fronte ai giustificati attacchi alla gestione della Sanità nel teatino, visto che – conclude Sabrina Bocchino – non ci risultano atti concreti neppure in quella direzione».