Area eventi al chiuso, polo culturale, recuperarne l’originaria destinazione d’uso. Tutti sono d’accordo sulla necessità di sottrarre all’ultradecennale abbandono il nuovo teatro comunale di San Salvo, ma per farlo occorrono oltre due milioni di euro. Realizzata durante l’ultima amministrazione di Gabriele Marchese, l’enorme struttura ricoperta di acciaio corten (che non è ferro arruginito) tra la villa comunale e il centro culturale “Aldo Moro” giace incompleta, simbolo, probabilmente, di un lontano periodo di vacche grasse nella spesa pubblica e di un passo più lungo della gamba. L’amministrazione guidata da Tiziana Magnacca ha risolto il problema del degrado che circondava la struttura raccordando l’area con la villa comunale.
Le buone intenzioni, soprattutto in campagna elettorale non mancano, ma queste dovranno fare i conti con l’ulteriore necessità di fondi e con dei futuri costi di gestione che si preannunciano importanti. D’altro canto, tra Vasto e San Salvo mancano strutture di tale portata e non sarebbe azzardato iniziare a pensare a una gestione condivisa tra le due (e magari anche con altri Comuni), o ad accordi con privati, per mantenere una struttura idonea a ospitare eventi di livello.
Abbiamo chiesto, nelle puntate di Parla Chiaro dedicate alle Amministrative sansalvesi, ai tre candidati a sindaco le loro intenzioni. Giovanni Mariotti conosce bene il problema perché era nell’amministrazione di Marchese che realizzò l’opera: «Si può ultimare usando i fondi del Pnrr dedicati alla cultura, la cultura è l’anima della comunità. Non è detto che la cultura si fa solo con il teatro, ci si può dotare di un centro polivalente perché già c’è una sala di registrazione ed era stato progettato in in forma modulare: può ospitare 100, 200, 300, 400 persone a seconda dell’evento. È essenziale per una città come San Salvo dotarsi di una struttura simile. Per la gestione poi si vedrà».
Il Pnrr è la soluzione individuata anche da Emanuela De Nicolis, candidata del centrodestra: «Rientra nei programmi che vogliamo portare a termine. Abbiamo trovato un cantiere aperto, ricettacolo di ogni tipo di degrado e l’abbiamo messo in sicurezza terminando quelli che erano i lavori possibili. L’abbiamo collegato con la villa e terminato l’anfiteatro quindi qualcosa è stato fatto. L’obiettivo sarà quello di ultimarlo e di dargli la sua naturale funzione di polo culturale a tutti gli effetti che possa funzionare ed essere attrattivo per Abruzzo e Molise perché non ce ne sono in zona così grandi. Lo abbiamo ereditato, ma vogliamo metterlo in funzione. In questi anni però, per il periodo storico particolare, non ci sono stati fondi per farlo. Abbiamo dovuto dirottare i fondi dove erano più necessari, in primo luogo le scuole. Sono necessari oltre due milioni di euro per metterlo in sicurezza all’interno. L’obiettivo sarà quello utilizzando i fondi del Pnrr. I costi di manutenzione saranno molto alti perché la struttura è mastodontica rispetto a quello che effettivamente è il potenziale. L’obiettivo comunque resta metterlo in funzione con fondi che non ricadano sulla collettività. Il piano di sotto è già funzionale ed è già usato da un’associazione musicale».
Sulla stessa lunghezza d’onda il candidato della coalizione di centrosinistra, Fabio Travaglini, che aggiunge una possibile soluzione per renderlo fruibile in breve tempo: «Alla cultura abbiamo dedicato uno dei 13 pilastri del programma. “San Salvo città della cultura” significa stanziare apposite somme in bilancio se ci si crede veramente per far crescere la cultura a San Salvo. La cultura che attira i giovani, che fa turismo, che sa fare anche economia. Il teatro si inserisce in un’area che può diventare un polo culturale importante grazie anche all’eccellente lavoro che svolge il Centro culturale e le associazioni che vi operano all’interno. Abbiamo in città tante associazioni che sanno fare cultura, per cui credo non possiamo lasciare patrimonio pubblico all’abbandono da oltre 10 anni. Ci sono due soluzioni: la più ambiziosa è realizzare il teatro che si scontra con la mancanza di fondi, ma c’è anche una via intermedia e innovativa, cioè immaginare un altro ruolo oltre il teatro. Potrebbe essere uno spazio eventi al chiuso messo a disposizione della città con pochi fondi rendendolo fruibile immediatamente per liberare le tante energie che i nostri giovani e le nostre associazioni hanno, questi meritano un posto dove incontrarsi e potersi esprimere».
Insomma, il campo dei buoni propositi è vasto, si vedrà se dopo oltre dieci anni si tradurrà in qualcosa di concreto.