La poesia di Martina Tascone, studentessa del Pantini-Pudente, conquista il 3° posto a “Sinestetica”

Martina Tascone, studentessa sedicenne del Liceo delle Scienze Umane del Polo Liceale Pantini-Pudente di  Vasto, classe 3ª D, ha permesso al suo amore per la parola di prendere il volo. La giovane studentessa, con la poesia Molteplici, ha conquistato il 3° posto a Sinestetica. Il suo talento e la sua penna magica con la guida della sua docente di lettere, la professoressa Marina Baiocco, le hanno permesso di salire sul podio del Concorso nazionale di poesia, la cui premiazione si è svolta mercoledì 25 maggio all’auditorium Leonardo Petruzzi di Pescara.

«L’ansia non era molta, ma è stata un’esperienza indimenticabile e di enorme soddisfazione, in primis per me, ma anche per i miei genitori, i miei insegnanti e i miei compagni di classe, che si sono dimostrati orgogliosi e contenti tanto quanto me, manifestandomi il loro affetto più sentito», ha raccontato Martina Tascone.

Il suo componimento, Molteplici, racchiude in sé un significato profondo e drammatico, tuttavia offre un riparo per coloro che lo leggeranno. «Ho scritto il mio testo pensando a situazioni intensamente spiacevoli vissute da amici, ma anche da me in prima persona – spiega la giovane poetessa -. Ho cercato, inoltre, di dar voce, con le mie parole, ai sentimenti di tutti, troppo spesso repressi, affinché chi ne avverta il bisogno, vi si possa immergere trovando consolazione e sentendosi, forse, meno solo».

Molteplici
di Martina Tascone

Un fiammifero,
la mia unica luce,
spiraglio, su un tappeto di pensieri
di polvere.

Orlato di ricami distorti,
disegni di un animo in pena,
che cerca di raggiungere un’utopia serena.

L’arazzo frammentato
esprime personalità distorte;
uno a uno i capelli che ho intrecciato
parlano di grida, di panico, di paura.

I tagli sulla pelle
scendono sul bordo di un corpo inappreso
e l’affresco si tinge di rubino.

L’orlo del mondo è ormai vicino,
tutti vedono gli sbagli
non le soluzioni.

Tutto è diventato a spigolo
per precipitare
me medesimo e gli altri.

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