Si è parlato di fotografia, giornalismo e, più o meno inaspettatamente, anche di politica internazionale e geopolitica. L’associazione Social Photography Street ha deciso di festeggiare in grande i 10 anni di Immagina, la rassegna che in questo decennio ha visto la partecipazione dei più grandi nomi della fotografia e quest’anno, gli appuntamenti al Polo Museale Santo Spirito, non sono stati da meno.
Maurizio Faraboni, Tony Gentile e Pietro Masturzo sono stati gli ospiti delle tre serate dedicate al racconto della foto di reportage, dal conflitto in Ucraina, passando per lo scatto iconico di Falcone e Borsellino, fino ai tetti di Teheran. Come ogni anno, Immagina offre spunti di riflessione per chiunque viva il mondo della comunicazione e dell’informazione, in tutte le sue sfaccettature, soprattutto in questo particolare periodo storico in cui veniamo letteralmente sommersi da immagini e news, più o meno vere e di prima mano.
Ed è proprio qui che si è inserita la tavola rotonda che ieri, domenica 22 maggio, ha chiuso la rassegna, con i contributi del CEO del Giornale Online, Andrea Pontini, fondatore della piattaforma che sponsorizza ed incentiva il fotogiornalismo di reportage InsideOver, e del tre volte World Press Photo, Ivo Saglietti, insieme al sempre presente Maurizio Garofalo.
«Fare reportage ed inviare i giornalisti sul posto oggi non è semplice e, anche a livello economico, risulta essere un investimento importante. – afferma Pontini – Non per questo però ci si può accontentare delle agenzie di stampa e di ciò che viene visto e raccontato dagli occhi altrui». E proprio per questo motivo è nato InsideOver all’interno del quotidiano milanese. Per sostenere, attraverso il crowfunding, i reportage di guerra e tutti quei giornalisti che continuano a voler mettere nel loro lavoro «passione, curiosità e lealtà».
Ma ci sono troppi fotografi oggi sui luoghi di guerra? Si rischia di andare in overdose da immagini, quasi tutte uguali? «Secondo me sì, soprattutto in Ucraina. Invito i miei colleghi più giovani a non partire a tutti i costi, anche con una buona dose di incoscienza. – dice Saglietti – È pericoloso se non si sa bene come muoversi. Ed è necessario poi partire con un pensiero ben preciso nella testa. Senza occhio, pensiero critico e conoscenza della storia, non può esserci una buona fotografia o un buon racconto».
Tanti dunque gli spunti di riflessione che anche quest’anno, Immagina ha regalato alla città di Lanciano. «Non è semplice organizzare questa rassegna qui, perché gli sforzi sono tanti ma il riscontro non è sempre commisurato ai nostri salti mortali organizzativi. – conclude Roberto Colacioppo, presidente di Social Photo Street – Ma noi non demordiamo e continueremo ad Immaginare questa rassegna ogni anno di più, perché c’è bisogno di voci alternative, c’è bisogno di guardare il mondo con altri occhi e c’è bisogno di renderci conto che oltre il nostro steccato, c’è molto di più». L’appuntamento con la grande fotografia a Lanciano è solo rinviato all’anno prossimo con l’edizione numero 11 di Immagina.