Va in archivio con successo la quinta edizione di Artinvita – Festival internazionale degli Abruzzi, che quest’anno, dopo due stagioni condizionate dalla pandemia, è tornato a svolgersi in primavera come in precedenza. Sono stati circa 4.000 gli spettatori che hanno assistito agli oltre venti appuntamenti, per un totale di dieci spettacoli, che dal 29 aprile al 15 maggio sono stati ospitati in sette diversi comuni. Due in più rispetto all’edizione 2021, poiché ai centri dell’asse della Marrucina si sono aggiunti Pescara, grazie alla collaborazione con Florian Metateatro, e Arielli dov’è situata la struttura di residenza “Dentro la terra”, che si sono uniti a Orsogna, dove il Festival è nato, Guardiagrele, Crecchio, Ortona e Pennapiedimonte.
Oltre al dato quantitativo del pubblico, cresciuto rispetto al passato, spicca quello qualitativo dell’offerta artistica nata dalla collaborazione internazionale tra l’associazione abruzzese Insensi, direttore artistico Marco Cicolini, e il Théâtre de Léthé à Paris – Collectif 2 plus, direttrice artistica Amahì Camilla Saraceni, direzione a due che si è dichiarata molto felice per il clima di positività ritrovato e la meravigliosa accoglienza del territorio e il calore del pubblico. Sono state ben tre le prime nazionali ospitate da Artinvita: “Non siamo qui per scomparire” e “Fine serata” a Orsogna, e “Le hurle” a Crecchio; oltre al debutto di “What is a fancy word for ending” a Pescara. Ma grande apprezzamento ha ricevuto l’intero cartellone, costituito da installazioni, proiezioni cinematografiche, teatro, danza e musica.
A concludere il festival è stato il “Cinema Express”, premio del cortometraggio argentino e balcanico che si è concluso domenica a Guardiagrele, e i cui premiati sono stati decisi da una giuria di esperti internazionale e da una giuria di studenti delle scuole di Guardiagrele, Orsogna e Ortona. Diverse sono state inoltre le scuole dei comuni del Festival che hanno partecipato attivamente alla manifestazione: visitando l’installazione video “La memoria delle cose” ad Arielli e assistendo agli spettacoli previsti appositamente per loro con repliche mattutine.
Oltre all’aspetto artistico va infine ricordato quello sociale e solidale, in particolare i bambini della comunità di ucraina di Orsogna, sono stati ospiti agli spettacoli “Passages” di Alice Rende a Crecchio e “Fine Serata” di Anne-Lise Binard, Antonia Valente e Antonio Franciosa a Orsogna, grazie alla collaborazione l’Hotel Altamira, il Comune di Orsogna e a l’autonoleggio di Luciano Ciancio che ha messo a disposizione il mezzo per i loro spostamenti. Il festival si è spostato nelle case di riposo con il progetto “Il Camioncino”, e ha ospitato la comunità migrante residente all’hotel Granada di Guardiagrele: insomma, non solo arte dentro i teatri, ma un progetto che cerca di andare incontro e coinvolgere tutti.
«Il lavoro sulle residenze d’artista e sull’ospitalità della creazione contemporanea» – dichiarano Cicolini e Saraceni – sta diventando ogni anno di maggiore impatto per il territorio, gli artisti, le scuole, le comunità etniche presenti e i professionisti del settore. Il ventaglio di collaborazioni continua ad ampliarsi, così come il lavoro durante il resto dell’anno. A partire da questa edizione inoltre il Festival si inserisce nella rete del progetto “Grand Tour”, ideato e progettato dall’Institut français Italia (IFI), in collaborazione con l’Ufficio della gioventù franco-tedesca (OFAJ) grazie al quale dal 20 novembre al 18 dicembre saranno ospitati due artisti francesi e uno ucraino nella residenza “Dentro la terra” di Arielli. I tre artisti saranno poi ospitati durante l’edizione 2023 che si svolgerà dal 28 aprile al 14 maggio, e parlerà della posizione della donna nella società contemporanea con un cartellone consacrato a questo tema».