Tonia Paolucci: «Essere mamma vuol dire impegnarci per il futuro dei nostri figli»

È architetto, assessore con deleghe pesanti, come si dice in gergo, del Comune di Lanciano, ma soprattutto è mamma di tre figli: Nicola, Felice e Matteo, rispettivamente 15, 12 e 10 anni. Parliamo di Tonia Paolucci, 801 preferenze alle ultime elezioni comunali e oggi assessore a Transizione Ecologica, Innovazione Tecnologica e Sistemi Informativi, Digitalizzazione, Sicurezza, Decoro Urbano, Contrade e gestione dei fondi del Pnrr.

Tonia Paolucci

«Essere mamma è un grande privilegio, ma per riuscire a coniugare tutto c’è bisogno di un enorme equilibrio e tanto aiuto. – dice la Paolucci a Chiaro Quotidiano – Io mi definisco un pendolo, un’equilibrista che a fine giornata può solo tirare un sospiro di sollievo se è riuscita, ancora una volta, ad incastrare tutti i pezzi del puzzle. La più grande fortuna che ho? Mia madre. Senza di lei – ammette – sarebbe tutto impossibile».

Già, perché tra riunioni in assessorato e impegni in ufficio, senza un grande aiuto da parte della nonna, la mamma, da sola, non arriverebbe. «In politica non è semplice ma ho imparato a rispondere a brutto muso a chi crede che avere figli sia un handicap. – afferma – Essere mamma è un valore aggiunto e vuol dire avere il dovere di mettersi in gioco per provare a dare un futuro migliore, in questo caso una città, ai propri figli. Io con loro mi confronto, li coinvolgo e parlo tanto di quello che faccio durante il giorno. – racconta l’assessore – E loro sono sempre molto interessati e spesso mi danno anche dei consigli». Che consigli? Nicola, Felice e Matteo sono sensibili soprattutto al tema della sicurezza. «Se fosse per loro, servirebbe una volante ogni due passi», dice la Paolucci sorridendo e sono molto attenti al decoro urbano, insomma, vogliono vivere in una bella città.

Quello di cui avremmo bisogno è un vero e proprio salto culturale.

«Io la politica l’ho sempre respirata sin da piccola – dice l’assessore, figlia d’arte, dell’ex vice sindaco Felice Paolucci – per cui mi sento un po’ a casa, ma l’ambiente è nettamente maschilista. Inoltre le donne sono più pragmatica e risolutive e, a volte, fare riunioni su riunioni, potrebbe sembrare un po’ una perdita di tempo perché in quelle ore una donna, una mamma, farebbe cento cose».

Per riuscire a comporre il suo tetris quotidiano, Tonia Paolucci assicura che servono «impegno, rinunce e aiuto in famiglia» ma se ci fosse un cambio di passo nella comunità sarebbe tutto molto semplice e naturale. «Ogni mattina una donna, una mamma, sa che deve svegliarsi e organizzare la giornata altrimenti sarà un caos. – dice ancora – Quello di cui avremmo bisogno è un vero e proprio salto culturale in cui gli aiuti, che partono dallo Stato, dovrebbero essere un diritto acquisito, ma purtroppo nella nostra cultura è lontana la visione normale di una donna che nella sua vita possa fare tutto. Le quote rosa? – risponde la Paolucci – Una ghettizzazione di cui non abbiamo bisogno e dovremmo essere noi le prime a tirarci fuori da questi schemi».

È difficile essere mamma, professionista e amministratrice? Sì, molto. Ma è possibile. Anzi «dovrebbe essere un dovere di ogni mamma quello di impegnarsi, in ogni modo possibile, per dare ai propri figli un mondo alla loro altezza. Non sempre ci si riesce, – conclude Tonia Paolucci – ma provarci è già un primo passo».

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