Sono stati consegnati oggi, nel Salone storico della Prefettura di Chieti, i premi del Concorso d’arte contemporanea Musei e natura sorgenti dell’arte promosso dalla Prefettura di Chieti con la Fondazione Immagine Arte e Scienza. Il concorso è rivolto ai licei artistici della provincia di Chieti, Chieti, Lanciano e Vasto, stimolando la creatività degli studenti su un tema legato alle tematiche ambientali.
Importanti riconoscimenti sono stati conquistati dagli studenti del Liceo Artistico Pantini-Pudente di Vasto. Francesca Iammarino ha conquistato il 3° posto nella sezione pittura con l’opera Signs of Life. Nella motivazione del premio si legge: «Per aver interpretato con grande efficacia, capacità tecnica, originalità, un tema che in Arte è antico quasi quanto il mondo, quello cioè della Vanitas, attraverso un dipinto che seppur di piccola dimensione, manifesta una realizzazione molto attenta e accurata. La studentessa ha voluto citare l’immagine del teschio che, nella pittura della grande Storia d’Arte, sintetizza il concetto della caducità della vita, della brevità della bellezza, della precarietà dell’esistenza, creando una relazione dialettica con un altro tema molto rappresentato, quello delle api, simbolo dell’immortalità dell’anima, di eterna rinascita e del rinnovarsi della natura».
Hanno poi ricevuto la menzione speciale le opere realizzate da Sofia Sirolli (premiata con una targa del Fai Giovani di Chieti), Emily Maccione (premiata da una targa dell’ordine degli architetti), Lucia Antenucci, Sheron D’Aloisio, Angela Di Nardo e Giorgia Millico, Melissa Cancellieri, Salvina Di Mauro, Noemi Boldrini, Daniele Ruggero, Chiara Di Tullio, Sofia Dragoni,


«Essere arrivati alla seconda edizione del Concorso d’arte, riservato agli studenti dei Licei artistici della provincia di Chieti, è sicuramente un bel traguardo – ha scritto il Prefetto di Chieti Armando Forgione nella prefazione del volume che raccoglie le opere premiate -. Tuttavia mi piace pensare che possa rappresentare una ulteriore tappa perché si sviluppi continuità, si consolidi un percorso e si crei un importante precedente da cui non si possa prescindere in futuro. Questo soprattutto ove si consideri che viviamo un momento in cui assistiamo al prevalere, da un lato, del cosiddetto “pensiero debole” e, dall’altro, di quella che Baumann definisce “società fluida”, cioè un’epoca vacillante e fatta di incertezze. Nel rassegnarvi queste mie riflessioni, non posso fare a meno di esprimere pensieri che passano inevitabilmente attraverso le pieghe delle mie conoscenze, frutto di frequentazioni passionali della memoria, nella continua ricerca della Bellezza in tutte le forme di espressione dell’arte. Parto da Dante che, attraverso le parole che fa pronunciare ad Ulisse, “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”, ci invita a continuare il nostro viaggio per superare i nostri limiti, passando però necessariamente dalla “canoscenza”, ovvero dalla voglia di apprendere e dalla curiosità di scoprire l’ignoto (andare oltre le “colonne d’Ercole”).
Gustave Flaubert sosteneva che non vi è particella di vita che non abbia poesia al suo interno, ma mi piace pensare che alludendo alla poesia intendesse qualsiasi espressione artistica. Ecco perché Van Gogh diceva di sé stesso: “Ho la natura, l’arte e la poesia e se non basta, cos’è?”. Del resto i grandi artisti, i grandi scrittori e i grandi poeti ci hanno insegnato che ogni loro opera è stato un atto d’amore e Pablo Neruda lo ha perfino definito un “atto di pace”, di cui è profondamente intriso l’autore. In tanti di loro, forse tutti, hanno ricercato l’immortalità attraverso le loro opere, siano esse un’ode poetica o una poesia, una musica lirica o una canzone, una pittura o una scultura, un imponente romanzo o un breve racconto, tanto da indurre uno dei più importanti poeti della seconda metà del secolo scorso, Mario Luzi, a sostenere che “la poesia aggiunge vita alla vita: una vita al quadrato».