Una seconda possibilità invece di finire in discarica. È quella che hanno trovato parti di metallo, plastica e anche un teschio di cane grazie alle opere di Davide Ranni. L’artista sansalvese – che da tempo vive in provincia di Roma – ha concluso da poco la sua prima mostra personale al centro culturale “Aldo Moro” dal titolo Scrap Soundtrack. Prima della location casalinga, Ranni ha portato in giro per l’Italia le sue creazioni partecipando ad altri eventi artistici collettivi come Roma, Torino e Jesi.
Una tecnica particolare la sua: pezzi di moto, bici, elettrodomestici diventano altro, una vecchia sirena (ancora funzionante) si trasforma nella testa di un poliziotto dal pollice-manganello impegnato in un inseguimento. «Ho iniziato più di 20 anni fa – racconta Ranni – e semplicemente volevo realizzare qualcosa di utile dando nuova vita a materiale di scarto, destinato alla morte. Ho sempre avuto un feeling con il metallo e gli attrezzi e ho sempre avuto passione per l’arte outsider, una volta chiamata underground poi diventata di dominio pubblico, una moda. Sono sempre stato attratto dal biomeccanico, un’arte sicuramente di nicchia e non di élite».
Associata a ogni opera un brano musicale – Rolling Stones, Skruigners, Ac/Dc, Rage Against the Machine, Doors, ecc. – accessibile tramite Qr code: «Anche se non ho mai suonato, mi è sempre piaciuto un certo genere musicale. Nel corso degli anni sono passato dal creare oggetti utili come orologi, lampade, tavolini a focalizzare l’attenzione sulla scultura ed è venuta fuori, in modo naturale, la mia maggiore passione che è creare un legame tra le mie opere e la musica. La mostra, che è la mia prima personale, si chiama Scrap Soundtrack proprio per questo: ogni opera è legata a una canzone, una sorta di colonna sonora al contrario».
L’arte di Ranni, la capacità di assemblare pezzi così diversi da loro (individuare la provenienza dei singoli componenti è una piacevole prova alla quale implicitamente si partecipa osservando le opere), è strettamente legata al suo lavoro: «Sono un saldatore, dopo 8 ore in un’azienda metalmeccanica a contatto con il metallo, torno a casa e continuo… Nelle mie opere si connettono arte e artigianalità. Da diciassette anni vivo vicino Roma, ma non ho mai interrotto i legami con San Salvo. Qui sono nato e cresciuto, ho casa, famiglia e amici e anche la possibilità di esporre – aggiunge sorridendo – In precedenza ho partecipato a mostre collettive a Roma, Torino, Jesi».
Buon riscontro per la mostra, anche grazie alla concomitanza con le festività di 25 aprile, San Vitale e Primo Maggio. Tra le opere più apprezzate Cerbero 2022, il mitologico cane a guardia degli inferi è tornato sotto una veste moderna fatta di parti di minimoto (motore e ruota posteriore) e le tre teste formate da un teschio di cane, una videocamera di sicurezza e una maschera antigas: «I pezzi che uso li recupero in giro da amici, carrozzieri, meccanici, mercatini dell’usato. Cerco di usare principalmente il metallo, è il materiale con il quale ho più feeling, ma se c’è qualcos’altro che mi ispira va bene, che sia plastica o, appunto, il cranio di un cane».
Sono stato alla mostra di Davide presso il Centro Culturale di San Salvo. Fantastica. Si resta stupefatti. Le opere esprimono perfettamente il legame con il testo musicale di riferimento.