Rucci (Fp Cgil): «Eliminare la precarietà e dare risposte ai lavoratori che non si sono mai fermati garantendo servizi»

«Sarà di nuovo un Primo Maggio molto particolare. Alla pandemia si è aggiunta la guerra e, purtroppo, ancora una volta, le ripercussioni sono tutte sulla condizione dei lavoratori». Con Giuseppe Rucci, segretario generale della FP Cgil Chieti, abbiamo fatto, nel giorno della festa dei lavoratori, un punto sulle condizioni di chi opera nel settore dei servizi al pubblico. Lo sguardo iniziale non può essere che rivolto alla sanità, tra i settori più messi a dura prova dalla pandemia. «Stiamo portando avanti una serie di iniziative per togliere la precarietà all’interno della Asl Lanciano Vasto Chieti, così da dare ai cittadini un miglioramento della qualità del servizio grazie a un personale che, finalmente, trova la sua giusta dimensione – dice Rucci -. Qualche spiraglio lo vediamo nella disponibilità dell’azienda ma è un tema da continuare a perseguire».

Sanità – «Tutti i buoni propositi rischiano di essere sconfessati dalle scelte fatte»

Sulla sanità «ci sono anche tutte le scelte che deve fare la Regione Abruzzo. E la situazione non è delle migliori». Per il segretario della Fp Cgil Chieti «la pandemia ha evidenziato tutti i problemi del sistema sanitario. Ci si aspettava che, con le risorse del PNRR, arrivassero delle opportunità al territorio, ai cittadini, ai lavoratori. Ad oggi, purtroppo, siamo ancora in attesa del riordino della rete ospedaliera, del piano sanitario regionale e del piano territoriale. Ad oggi non c’è nessuno tipo di discussione, non c’è nessun elemento attraverso il quale poter far emergere che la pandemia può dare delle opportunità al territorio. Anche a livello nazionale continuiamo a registrare che tutti i buoni propositi, ad oggi, rischiano di essere drammaticamente sconfessati dalle scelte che si stanno facendo e che rischiano di andare a favore del privato».

Giuseppe Rucci

La situazione non appare più confortante per i lavoratori della sanità privata «che vivono condizioni di grande difficoltà. Una problematica è il mancato rinnovo dei contratti nazionali. Abbiamo il CCNLL Aio che è stato rinnovato ma che non tutte le grandi aziende stanno applicando. E poi la grande problematica del rinnovo del contratto delle RSA. Dopo oltre dieci anni siamo ancora in agitazione perché a livello nazionale l’ARIS non vuole rinnovare il contratto. Parliamo di una condizione oggettivamente complicata. Abbiamo lavoratori che hanno lavorato duramente durante la pandemia, che danno ancora il loro contributo ma con carichi di lavoro estenuanti, con un rapporto numerico pazienti-lavoratori ancora molto complicato da gestire. E anche questo si scarica sulla condizione dei lavoratori».

Le modifiche al codice degli appalti «rischiano di mettere in discussione migliaia di posti di lavoro»

C’è molta attenzione, a livello nazionale, «sul mondo degli appalti. Sotto la parola semplificazione, sotto lo snellimento delle procedure, c’è un provvedimento governativo che sta destando molta preoccupazione. Stanno modificando il codice degli appalti per quanto riguarda il rispetto della clausola sociale, la garanzia per i lavoratori di aver conservato il posto di lavoro nel cambio appalto. Così come è stata scritta, non è più una condizione obbligatoria per il soggetto entrante. Rischia di mettere in seria discussione migliaia di posti di lavoro. E stiamo parlando di un settore in cui ci sono lavoratori che hanno già una condizione molto complicata».

Emerge, nelle ultime settimane una problematica di costi dell’energia, già in aumento dall’inizio dell’anno e acuitasi con la guerra in Ucraina. «Nel settore dei rifiuti abbiamo le aziende che ci hanno già evidenziato enormi difficoltà di gestione dei servizi derivanti dall’aumento dei costi energetici che le stanno mettendo in grande difficoltà. Anche questo rischia di essere problema che si scarica su tutti lavoratori».

Spostando lo sguardo sulla pubblica amministrazione emerge «un problema delle risorse umane. Gli organici sono sottostimati, i Comuni non possono assumere e anche questo si ripercuote su servizi ai cittadini e sui lavoratori. Ecco perché sarà ancora un Primo Maggio di preoccupazione. Le opportunità da cogliere rischiano di ripercuotersi sul mondo del lavoro. L’auspicio è che ci possa essere inversione di tendenza ma l’attenzione deve restare alta».

«Tutelare i lavoratori che hanno affrontato la pandemia senza mai fermarsi»

In un quadro di evidenti difficoltà e criticità c’è però anche motivo per guardare con fiducia al futuro. «Abbiamo visto la grande risposta che i lavoratori hanno dato durante la pandemia – sottolinea Rucci -. Di positivo c’è questa risposta degli operatori sanitari, sia pubblici che privati, dei lavoratori della pubblica amministrazione, di tutti gli operatori dell’assistenza domiciliare, degli operatori ecologici. Tutti lavoratori di settori che hanno affrontato la pandemia senza mai fermarsi, continuando a garantire servizi. Serietà, capacità e volontà dei lavoratori sono state dimostrate sul campo mettendosi a disposizione in condizioni complicate. Ora si tratta di tutelarle, valorizzarle e implementarle».

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