Una teca con un grande papavero rosso, un ritratto realizzato dagli studenti del liceo “Palizzi” ed una pietra d’inciampo: sono questi i tre, fondamentali elementi che compongono l’installazione inaugurata questa mattina in via Silvio Spaventa, in “ricordo e con profonda gratitudine” di Remo Falcone. Falcone militare e partigiano, fu uno dei giovani lancianesi che guidati da Trentino La Barba, scrissero con il loro sangue, una delle pagine più tristi ma al tempo stesso luminose della storia contemporanea lancianese. Le loro giovani vite, spezzate per ribellarsi alla violenta occupazione nazista rappresentano ancora oggi un monito ed al tempo stesso una luce in difesa di quella libertà duramente conquistata e di cui oggi noi tutti possiamo godere grazie al sacrificio di Remo e degli Eroi Ottobini.
L’installazione dedicata a Falcone è solo il primo passo di un grande progetto denominato “Tracce di Libertà” curato dal prof. Giovanni Scutti, dalle docenti Sabrina Di Filippo ed Elena La Morgia con il fondamentale supporto ed impegno degli alunni del liceo artistico “G. Palizzi” sostenuti dall’ Anpi e dall’ associazione culturale “L’Altritalia”. Al primo appuntamento dedicato al partigiano Medaglia d’Argento erano presenti anche il sindaco Filippo Paolini e gli esponenti della vecchia amministrazione, Pupillo, Miscia e Marongiu che per primi avevano sostenuto questo importante progetto di memoria storica. Memoria tenuta viva dalle presenza delle nipoti di Falcone, Anna e Assunta Colacioppo. La pietra d’inciampo realizzata in bronzo dalla fonderia Marinelli di Agnone, rappresenta dunque la prima “traccia di libertà” e con i suoi cinque elementi scultorei porta impressa in superficie la corteccia della quercia, simbolo della forza e della dignità del popolo italiano.
Nella mattinata sono stato tanti i momenti di riflessione e condivisione a partire dai piccoli pensieri letti dai ragazzi delle scuole presenti passando per le significative letture dell’associazione “L’AltraItalia” del prof. Remo Rapino e dello storico frentano Gianni Orecchioni che hanno tracciato il profilo umano ed intimo di Remo Falcone, eroe sì della Resistenza ma anche e soprattutto un giovane che come tanti suoi coetanei non esitò a sacrificarsi in nome degli eterni valori di libertà, pace e fratellanza. Tre parole chiave (come le opere che compongono l’installazione) che oggi devono risuonare ancora più forti, nei tristi giorni in cui i venti di guerra sono tornati a soffiare con forza nel cuore dell’Europa.