Lanciano ha celebrato questa mattina la Festa della Liberazione in maniera diversa dal solito: vista la momentanea indisponibilità del Monumento ai Caduti di piazza Plebiscito, attualmente inagibile per il restauro che lo sta interessando, amministratori, rappresentanti delle forze armate e combattentistiche si sono date appuntamento dinanzi al piazzale del liceo classico “Vittorio Emanuele” di via del Mare. Una facciata del ginnasio ospita infatti, dai primi anni ’80, il monumento che ricorda gli studenti caduti durante le due guerre mondiali. Il cippo originariamente ubicato nella vecchie sede del liceo su corso Trento e Trieste, è stato scelto come luogo simbolico per le celebrazione del 25 aprile.
«Con grande orgoglio siamo qui a ricordare i giovani studenti caduti per la libertà e per difendere la patria – ha affermato il sindaco Paolini intervenuto insieme all’assessore regionale Nicola Campitelli ed al commissario di Polizia di Lanciano, Lucia D’Agostino -ma, nel venire qui invito me stesso ma anche i presenti a rileggere l’incipit di questo monumento: “ai caduti sui sentieri della libertà”. Oggi è un giorno di grande festa – ha proseguito il primo cittadino – ma oltre ad omaggiare e ricordare questi eroi bisogna riflettere perchè la memoria è una bellissima cosa, ma se non ha un seguito, una fiammella che la tiene sempre viva, rischia di sparire e di diventare retorica».
Immancabile nel giorno della liberazione il riferimento al popolo ucraino che ancora oggi e dopo più di settant’anni dai fatti della Seconda Guerra Mondiale, sta tornando a vivere l’incubo di un’occupazione militare e di un oppressore straniero. “Se in Europa – ha proseguito Paolini – ci sono ancora persone costrette a subire una guerra significa che questa memoria ed il sacrificio dei nostri ragazzi, non ci hanno assolutamente insegnato nulla: questi famosi sentieri della libertà dovrebbero essere intrapresi tutti i giorni affinchè il 25 aprile sia innanzitutto una festa di riconciliazioni per chi, al di là, della propria fede politica ha lottato con le armi, sacrificando spesso la propria vita, per difendere la pace e la democrazia». Un pensiero che va inevitabilmente ai giovani studenti frentani caduti per difendere l’Italia ma anche e soprattutto il proprio futuro e quelle delle nuove generazioni.