Due torri dell’acqua, una a Monteodorisio l’altra, sua “gemella”, a Guilmi. Sono loro i luoghi protagonisti de “Il segreto delle Torri dell’acqua” nuova graphic novel del fumettista scernese Massimo Carulli. Il volume, edito da Tabula Fati, illustrato da Carulli, e con i testi di Luigi Ronzitti, sarà presentato lunedì 25 aprile alle 17.30 nel cortile del Castello di Monteodorisio. Per l’occasione, sarà aperto al pubblico anche il Museo Archeologico del Vastese, in una giornata dedicata alla memoria storica del territorio.
Nel volume, Carulli racconta la storia della Torre dell’acqua di Monteodorisio, arricchita dallo stesso autore con un murales raffigurante i volti di cinque abruzzesi d’eccezione: Ennio Flaiano, John Fante, Ignazio Silone, Pietro Di Donato e Gabriele d’Annunzio, e della sua “gemella” di Guilmi. «Ho voluto dare importanza al valore dell’acqua, che in passato in questi borghi scarseggiava, ed erano poche le abitazioni ad averla a disposizione – spiega Carulli -. È proprio grazie a queste torri, che permettono la redistribuzione dell’acqua, che tutta la popolazione ha avuto accesso a questo bene così prezioso. Ho voluto anche rendere omaggio a Pietro Pica, l’ingegnere che negli anni ‘60 ha realizzato queste torri e il cui nome è stato a lungo taciuto. Alla base della struttura, verrà posta anche una targa a lui dedicata». Una graphic novel che ripercorre anche un periodo difficile, quello della pandemia. «È un fumetto che dà importanza ai luoghi. Avevo disegnato il Vastese l’ultima volta nel racconto “Odio la Sevel”, poi ho realizzato volumi con altre ambientazioni. Adesso sono tornato a disegnare i miei paesi, i miei luoghi d’origine, a cui sono fedele e in cui sono sempre stato». Un legame che è diventato ancora più forte durante il periodo della pandemia e al quale Carulli ha dato vita su carta. «Ho cercato di rendere omaggio a tutti i due paesi, in particolare a Guilmi, alle porte azzurre lasciate lì da chi è emigrato. Questo sarebbe rimasto un lavoro incompleto se non fosse arrivato Luigi Ronzitti a scrivere i testi – sottolinea Carulli – perché è riuscito a reinterpretare ciò che ho disegnato, conservando i miei pensieri e aggiungendone di suoi. C’è tanto di tutti e due».
«Massimo aveva delle idee, il cui centro di gravità era la Torre dell’acqua di Monteodorisio – spiega Luigi Ronzitti -. Erano idee legate sia al concetto della solitudine che al grande progetto di tutti i suoi fumetti, che è quello della riscoperta dei territori dell’Alto Vastese. Da una parte quindi, la solitudine e la suggestione di questa torre, dall’altra il ritorno a parlare delle sue terre. Ho preso le sue idee e ne ho aggiunte altre, contestualizzandole nel periodo in cui stavamo di vivendo, ovvero quello del primo anno e mezzo di pandemia. Seguendo il suo stile, che è una sorta di cronaca di viaggio che facciamo insieme io e lui, ho intrecciato le sue idee ad alcune delle mie: alla solitudine ho affiancato l’amicizia, tornando anche alle due torri che si guardano e che alla fine rappresentano proprio noi due. Il testo è costruito come una sorta di dialogo tra me e Massimo, l’idea fondamentale è quella secondo cui le cose che non vanno devono essere accolte, intessendo quasi un legame con l’avversario per poterlo affrontare. Tutta la narrazione è accompagnata da delle immagini che raffigurano due mani che legano una corda i cui due capi rappresentano i due opposti, concetto che si rifà ad un’idea del filosofo Eraclito. Nella mia mente è diventata una sorta di risposta al periodo che costringeva a stare lontani e separati, mentre il libro è proprio una ricerca di legami».
SINOSSI – I profili di Guilmi e Monteodorisio, le loro torri, i loro scorci, la loro solitudine, i volti che guardano e sono guardati diventano l’ombra dei loro segreti. Perché quando si custodisce un segreto si è davvero ricchi, ma solo con la sua condivisione si rende bella questa ricchezza. E mentre le immagini vibrano di emozioni e di dubbi, le parole cercano spazio per raccontare all’anima quelle traiettorie che, sole ed uniche, consentono loro di legarsi e slegarsi perennemente ai bordi dei disegni. Durante la peggiore pandemia della storia umana.
L’AUTORE – Massimo Carulli nasce nel 1977. Inizia la sua attività di fumettista solo nel 2015, proponendo storie ambientate nella sua terra, l’Abruzzo. Il suo terzo racconto “Odio la Sevel” ha ricevuto il Premio speciale della Giuria tecnica al Festival letterario “Il dio di mio padre” di Torricella Peligna. Ha pubblicato con le Edizioni Tabulafati cinque graphic novel: Tùmass (2016), Abbasso Lega Nord (2017), Dolce titolo (2018), Pensieri eretici (2019) e I concerti rock non sono di lunedì (2020).