È diventato confratello quest’anno, entrando a tutti gli effetti nella grande famiglia dell’Arciconfraternita Morte e Orazione, dopo un’attesa lunga 18 anni. Francesco Valerio, la scorsa domenica delle Palme, ha finalmente potuto indossare il suo collare, proseguendo quella tradizione di famiglia partita dal bis nonno, proseguita da entrambi i nonni, i genitori e ora arrivata a lui.
«Molti miei coetanei non sanno neanche di cosa si tratta, pensano che i confratelli siano solo degli uomini col cappuccio che girano per Lanciano, – dice Francesco – ma non è così. Dietro le due processioni di Giovedì e Venerdì Santo c’è molto di più. Ci sono amicizia, passione, fede e tante tante emozioni».
Francesco, con il suo abito, simbolo di appartenenza all’Arciconfraternita, porterà con sé un po’ tutta la sua famiglia. «Avrò la tonaca di mio nonno Pasquale che non c’è più. Il cappuccio invece è quello di nonno Francesco, il cordone è quello di mio padre, insomma, – conclude – non sarò solo. L’Arciconfraternita è il mio mix di famiglia».