Una voglia di rivalsa mai realmente sopita quella delle ultime generazioni di giovani della nostra città, una richiesta di ascolto che non ha quasi mai trovato risposte adeguate. Anche di questo si caratterizza il movimento spontaneo che vede coinvolti sempre più giovani che ora più che mai, dopo questi ultimi due anni fatti di isolamento, restrizioni, e di una riscoperta del valore della socialità, si incontrano e si confrontano su quel futuro possibile che bisogna costruire in prima linea. È così che prende forma un gruppo coeso e propositivo come quello dell’Associazione Okay!.
Il nome prende ispirazione dal romanzo dello scrittore locale Remo Rapino “I ragazzi che dicevano okay”, i quali usavano questa parola ripresa dalla lingua degli Alleati, “aliena” fino ai tempi della resistenza ma che poi divenne un modo famigliare e immediato per riconoscersi e incitare la lotta all’invasore nazista. Gli “invasori” di oggi sono quei meccanismi invisibili figli dei nostri tempi, che stanno erodendo dall’interno la voglia di stare assieme, di prendersi la responsabilità del proprio avvenire, e che svuotano sempre più di senso la nostra amata “libertà”.
Questo gruppo sempre più numeroso ha già eletto il suo consiglio direttivo, vi troviamo: il presidente Leonardo Russo, la vicepresidente Giorgia Pasquini, il tesoriere Matteo D’Addario, il responsabile della comunicazione Marco Abbonizio, e Marzia Piccirilli per la segreteria.
Tutti i fondatori dell’associazione sono legati da questo ritorno alle radici, sia per cause legate alla pandemia, le quali hanno evidentemente costretto molti a riorganizzare le proprie vite, che sia per una scelta vera e propria fatta per amore della propria città. È proprio da qui che quest’associazione vuole cominciare: innescare un nuovo ciclo di reale rinnovamento grazie all’incontro fra le competenze di chi è rimasto in pianta stabile nel territorio e quelle di chi si è formato e ha fatto esperienze fuori e che ora vuole metterle al servizio della propria città.
L’associazione ha già presentato alcuni progetti al Comune di Lanciano, dall’ organizzazione di eventi culturali ai progetti di riqualifica del territorio. È importante precisare che ogni progetto presente e futuro non può che protendersi naturalmente alla maggiore inclusività possibile, proprio perché l’attenzione maggiore è rivolta al riformare quel “collante sociale” e quel senso di appartenenza che sono dirette conseguenze di una cornice fatta di rispetto, coesione, collaborazione e fiducia.