La Professione dei Novizi: il rito con cui si entra a far parte dell’Arciconfraternita San Filippo Neri

Dopo la tradizionale messa della Domenica delle Palme si entra nel vivo dei riti della Settimana Santa di cui l’Arciconfraternita della Morte e Orazione San Filippo Neri è da secoli sia promotrice che gelosa custode. Il primo importante appuntamento è quello della Professione dei Novizi, il momento solenne in cui l’aspirante confratello, viene ufficialmente accolto nel gruppo della confraternita. La cerimonia che si svolge il pomeriggio della Domenica delle Palme, a partire dalle 17 nella chiesa di Santa Chiara rappresenta in maniera autentica il modo in cui la confraternita rivolge la sua attenzione ai nuovi membri che con il loro ingresso in questa “grande famiglia” incarnano la continuità ma soprattutto i futuri custodi di questo enorme patrimonio immateriale fatto di fede, devozione e soprattutto valori che devono essere tramandati negli anni.

Ma come si diventa novizi? Il novizio o la novizia (l’ingresso ai nuovi membri è naturalmente aperto a entrambi i sessi) dovrà manifestare la propria volontà attraverso un’apposita domanda di ammissione rivolta al priore: il documento corredato da una dichiarazione rilasciata dal proprio parroco, garante delle qualità morali e spirituali del candidato, viene successivamente sottoposto all’attenzione del consiglio di amministrazione che si pronuncerà in maniera positiva o negativa in merito al nuovo ingresso. Altro requisito fondamentale per l’ammissione è la “presentazione” di un confratello che si fa garante delle buone intenzioni del novizio: del resto diventare parte viva di questo mondo significa soprattutto guardare con maggiore attenzione verso il prossimo senza cercare gloria o successi personali.

Il medaglione simbolo di appartenenza al sodalizio religioso. (Foto di Federica Roselli per l’Arciconfraternita Morte e Orazione “San Filippo Neri”)

Una volta che il consiglio si è espresso favorevolmente, per il novizio comincia un periodo di formazione che può durare da uno a due anni, in cui il cosiddetto maestro dei novizi oltre a spronare gli aspiranti confratelli alla preghiera e ad un’intensa vita spirituale li mette a conoscenza della storia, dei significati dell’abito e di come si  struttura la vita confraternale.

Al termine del noviziato ed in seguito al parere del priore, del consiglio e dello stesso maestro arriva il momento dell’ingresso formale nell’arciconfraternita che avviene in due momenti distinti; la professione e la vestizione. Con la prima viene rinsaldato il legame di fede all’interno della Chiesa Cattolica e con la seconda quello con i principi e le regole della confraternita. Nella vestizione sono diversi gli elementi dal forte valore simbolico a partire dal medaglione con l’effige del teschio, passando per l’abito nero ed uguale per tutti che, richiamando la tunica di Cristo, rappresenta soprattutto una veste morale, per arrivare allo scapolare, al rosario ed al cingolo di corda grezza che cinge la vita di tutti i suoi membri. Una volta indossati tutti questi elementi ed al termine di una toccante e sentita cerimonia, resa ancor più solenne dalla presenza del vescovo e dall’esecuzione di struggenti musiche sacre, il novizio viene ufficialmente ammesso con l’abbraccio simbolico del priore, che rappresenta in quel momento tutti i fratelli, e con la promessa di portare avanti e di  fare suoi tutti i profondi valori che l’abito esprime.

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