Proposta numero uno: salvare i tribunali di Vasto e Lanciano. Proposta numero due: mantenere un solo tribunale, frutto della fusione tra i due esistenti, ma con due sedi con competenze diverse: probabilmente la sezione penale a Vasto e quella civile a Lanciano. Due richieste da sottoporre alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia. Con almeno tre motivazioni: rischio infiltrazioni della criminalità organizzata, distanza da Chieti (il cui tribunale assorbirebbe le sedi in caso di soppressione), dati numerici analoghi a quelli di tanti altri tribunali che si sono salvati dalla mannaia della riforma della geografia giudiziaria.

Verosimilmente, la delegazione abruzzese non potrà essere ricevuta prima di fine estate nel Dicastero di via Arenula. Il motivo è che «la priorità, in questo momento, è la riforma del processo civile, uno degli obiettivi principali del Pnrr», spiega Vittorio Melone, presidente dell’Ordine degli avvocati di Vasto. Insieme alla sua collega di Lanciano, Silvana Vassalli, ha «raccolto il materiale dei rispettivi capi degli uffici», i presidenti dei Tribunali di Vasto e Lanciano, Bruno Giangiacomo e Riccardo Audino, e i procuratori Giampiero Di Florio (Vasto) e Mirvana Di Serio (Lanciano). «Sono – prosegue Melone – le relazioni che i procuratori e i presidenti dei Tribunali hanno messo a disposizione della presidente della Corte d’appello, però sono state aggiornate nel dettaglio sugli aspetti legati al tipo di contenzioso che pende su questa zona per far comprendere l’importanza dei due presidi sia da un punto di vista civilistico che penalistico. Se si tenesse conto solo dei criteri numerici, in Abruzzo non resterebbe aperto nessun tribunale. I nostri dati, che unendo Vasto e Lanciano sono analoghi a quelli di tanti altri tribunali salvati, vanno valutati insieme ad altri aspetti: la distanza dalla sede accorpante e la vicinanza di una serie di realtà particolari. Sappiamo che la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, è stata a Foggia, dove ha potuto verificare quanto è avvenuto in conseguenza della chiusura del Tribunale e della Procura di Lucera, quindi confidiamo di far comprendere che il territorio oggi gestito dai tribunali di Vasto e di Lanciano non può essere lasciato privo di uffici giudiziari, anche tenendo conto delle indicazioni europee sulla massima distanza di un ufficio giudiziario: non più di 60 chilometri».

Nel precedente incontro «la ministra Cartabia ci ha detto che non è più un problema di soldi, ma di razionalizzazione degli uffici. Vogliamo dimostrare che è irrazionale chiudere i tribunali, visto che l’Europa guarda guarda alle distanze che si traducono in inefficienza. Qui avremmo un arretramento dello Stato di 80 chilometri dal confine regionale. Per noi non è una razionalizzazione, ma una scelta irrazionale nella gestione degli uffici giudiziari di questo territorio. Proponiamo una scelta alternativa che, se non può essere il mantenimento di entrambi gli uffici giudiziari, riconosca a questa realtà territoriale la dignità di conservarne almeno uno, anche in prospettiva rispetto ai servizi che devono essere garantiti alle Zes, zone economiche speciali».