Si è spento oggi, a 85 anni, Mario Setta, fondatore e anima del Sentiero della Libertà, percorso che, durante la seconda guerra mondiale, era la «via di fuga di migliaia di prigionieri alleati e di giovani italiani che lottavano per la liberazione d’Italia, divisa dalla Linea Gustav dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, quando l’Abruzzo divenne terra di confine e angolo di speranza per i fuggiaschi che si schieravano con l’Esercito Alleato». Centinaia le persone che, nelle 19 edizioni già svolte, hanno camminato lungo i sentieri della Maiella tra Sulmona e Casoli.
Il professor Setta, come ricorda il sito peligno Il Germe, era un ex sacerdote e docente di storia e filosofia al Liceo Fermi. Uomo dalla profonda cultura, ha dedicato tante energie alla ricerca e allo studio sulle vicende dei prigionieri e della popolazione abruzzese durante la seconda guerra mondiale, diffondendo la conoscenza del Campo 78 di Sulmona e di tante altre vicende del periodo bellico.
«La storia di Mario Setta è la storia del Sentiero della Libertà – scrive la giornalista Maria Rosaria La Morgia, che con Setta ha portato avanti le iniziative dell’associazione. e ha scritto il libro Terra di Libertà -. Durante la marcia andava su e giù, si confondeva tra i camminatori, rispondeva a chi faceva domande, metteva in comune tutto il suo sapere di ricercatore colto e tenace. Narrava le nostre storie come le chiamava e lo faceva anche nelle aule scolastiche dove si andava a parlare della Resistenza Umanitaria. Amava quelle storie di donne e uomini semplici, che non ebbero paura di mettersi in gioco durante la guerra. Persone come lui che ha passato la vita a mettersi in gioco per amore della libertà e della giustizia. Per amore dell’umanità. Sempre con il sorriso e con una generosità infinita».
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