A Vasto di problemi legati alla tutela ambientale ce ne sono, ma del Tavolo per l’ambiente nemmeno l’ombra. Tornano a chiederne l’istituzione sei associazioni: Forum civico ecologista, Arci, Cai, Italia Nostra del Vastese Gruppo Fratino e Club per l’Unesco, che cominciano a nutrire dubbi sulle reali intenzioni dell’amministrazione comunale di avviare un confronto sulle questioni «ambientali, territoriali e paesaggistiche aperte», scrivono in una nota congiunta.
«Molte si trascinano da anni, come quelle riguardo la tutela della costa vastese, della gestione delle aree protette e dell’area industriale di Punta Penna; altre, invece, seppure se ne discuta da tanto, negli ultimi tempi sono tornate ad imporsi quali tematiche centrali, come ad esempio la variante della Strada Statale 16 o il taglio dei pioppi nel Sito Natura 2000 di Vasto Marina. Sempre, in tutte queste occasioni, si parla della necessità della partecipazione delle associazioni cittadine al dibattito, eppure, altra questione aperta da annim uno strumento per garantire questa partecipazione ci sarebbe: il Tavolo per l’Ambiente, con un regolamento chiaro che stabilisca regole certe e valide per tutti, Enti, amministrazione e associazioni. Durante l’incontro del 12 febbraio scorso con l’assessore con delega all’Ambiente e il sindaco presso la sala consigliare del Comune, le associazioni presenti hanno richiesto nuovamente a gran voce l’istituzione, una volta per tutte, di questo Tavolo per l’Ambiente, ricevendo la rassicurazione che a brevissimo sarebbe stato oggetto di discussione nell’amministrazione comunale. Eppure, passano le settimane e i mesi ma tutto ancora tace, nonostante è del 2016 la delibera numero 535 che ha previsto l’istituzione di questo importante strumento attraverso il Regolamento che da anni attendiamo».
Affinché la partecipazione non diventi «una bella parola ma vuota di senso», priva di «atti veri, ufficiali e concreti, chiediamo chiarezza e la definitiva approvazione del Regolamento del Tavolo per l’ambiente, ossia di uno strumento che, se messo a regime con regole certe, potrebbe garantire quella necessaria partecipazione della comunità alle politiche pubbliche».