Un tasso di “femminilizzazione” delle imprese pari al 28,36%, ovvero di gran lunga superiore alla quasi totalità delle province italiane, con le uniche eccezioni di Benevento, regina della concentrazione delle imprese in rosa sul proprio territorio provinciale grazie ad una percentuale pari al 29,73%, seguita a ruota dalla vicina Avellino che fa registrare, di contro, un tasso di “femminilizzazione” del 29,22%.
È la fotografia scattata dall’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere – InfoCamere che fa salire la provincia di Chieti sul gradino più basso del podio in termini di numeri di imprese al femminile. Nel dettaglio Chieti può vantare 12.813 attività imprenditoriali gestite da donne mentre l’Abruzzo, alla data del 31 dicembre 2021 fa registrare 38.473 imprese con un tasso di femminilizzazione del 25,71% ed un saldo negativo rispetto al 2019. Numeri alla mano, il numero delle donne al vertice di imprese è cresciuto, negli ultimi due anni, dello 0,88% con un segno più di 8.602 posizioni. Questo è avvenuto mentre contestualmente il numero delle donne che ricoprono cariche nel mondo imprenditoriale si è andato riducendo dello 0,46%, perdendo quasi 12 mila posizioni tra dicembre 2019 e dicembre 2021, in virtù di un calo consistente soprattutto tra le donne socie (circa 19 mila in meno) e le titolari di imprese individuali (-7 mila), ad ulteriore riprova delle difficoltà che stanno attraversando soprattutto le imprese minori.
Secondo il presidente nazionale di Unioncamere, Andrea Prete, «le donne sono più innovative, più attente ai valori della sostenibilità ambientale, più responsabili nei riguardi dei loro collaboratori. La crisi di questi anni è stata dura anche per questa componente fondamentale della nostra economia, che ha rallentato la sua crescita. Aiutare le donne d’impresa, come fanno da tempo le Camere di commercio attraverso i Comitati per l’imprenditorialità femminile, è però essenziale per accelerare la ripresa economica». Analizzando con attenzione i dati resi noti dall’Osservatorio, si evince che i settori con il maggior tasso di imprenditorialità femminile sono le “attività dei servizi di alloggio e ristorazione” (29,27%), seguite a ruota da “agricoltura, silvicoltura pesca” (28,22%) e dal settore del “noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese” (26,47).
Tra le province abruzzesi spicca per numero di imprese in rosa la provincia di Chieti, addirittura terza in Italia per presenza di imprese al femminile, mentre la provincia di Teramo con il 25,17% precede le province de L’Aquila (24,73%) e di Pescara (23,85%). «Le prime ad interpretare correttamente il cambiamento devono essere proprio le donne affermandosi non solo in quanto tali ma perché esprimono una leadership ben definita in grado di dare direzione al cambiamento. Laddove le donne hanno un ruolo decisionale – spiega Marisa Tiberio, presidente provinciale Confcommercio Chieti – vi è un miglioramento netto di performance riscontrabile sia sul capitale che sul margine netto di profitto. Eppure, nonostante le donne siano il 51,3% della popolazione si tratta di una maggioranza solo numerica che rimane, purtroppo, minoranza in termini pratici. Per questi motivi urge invertire la rotta».