C’erano anche i rappresentanti dell’associazione Balneatori e Turismo San Salvo ieri in piazza a Roma per protestare contro la direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari.
«Abbiamo manifestato il nostro sdegno di fronte ad un provvedimento che metterebbe in crisi un intero comparto che per anni ha reso il turismo balneare una delle peculiarità più radicate nella memoria collettiva e nella tradizione italiana – dicono – Direttive come la Bolkestein creano effetti distorsivi che nel medio periodo provocano effetti contrari ai principi di attuazione con conseguente aumento dei prezzi e diminuzione del livello dei servizi».
«Mettere in gara l’erogazione di un servizio su un suolo pubblico non fa altro che agevolare grandi gruppi contro piccoli imprenditori che non avrebbero nessuna possibilità di aggiudicazione. Oltre il 90% delle aziende che conducono gli stabilimenti balneari, e San Salvo ne è uno splendido esempio, sono a carattere familiare, mandare all’asta le concessioni demaniali sacrificandone tutto quello che negli anni hanno significato produrrebbe un danno economico e sociale che inizialmente ricadrebbe sulle nostre aziende ma che nel medio lungo periodo finirebbe per aumentare i prezzi dei servizi a discapito degli attuali fruitori delle nostre spiagge. Chiediamo perciò con forza che la regolamentazione delle concessioni balneari venga rivista e ulteriormente studiata di concerto con le associazioni al fine di definire in modo inequivocabile un percorso che porti stabilità nel comparto e diritti certi».