Prosegue la campagna attivata dal MOIGE, Movimento Italiano Genitori, per prevenire e contrastare ogni bullismo. Dopo l’apertura di tre sportelli di ascolto, nei Comuni di Riccia (CB), Ripalimosani (CB) e San Salvo (CH), che hanno deciso di dare il via ad una rete istituzionale interregionale, arriva ora il camper del progetto nazionale “Mobilitiamoci!”, campagna promossa da MOIGE con il contributo del ministero dell’Interno, e co-finanziata dall’Unione Europea per garantire una maggiore e migliore integrazione e pari opportunità per i minori di tutte le nazionalità.
Con la scelta di questi territori come tappa d’inizio del giro di tutta l’Italia il Moige ha voluto sottolineare e in qualche modo premiare la collaborazione tra istituzioni. Il camper arriverà a Ripalimosani martedì 15 marzo, il 16 sarà a Riccia, il 17 a San Salvo. Nei tre paesi le giornate saranno intense, con incontri dei ragazzi con gli esperti del Moige nelle scuole, e quelli rivolti a istituzioni, associazioni, famiglie e cittadini. L’unità mobile verrà collocata per tutta la giornata in una zona centralissima di ogni comune e sarà a disposizione dei cittadini che vorranno chiedere informazioni in maniera autonoma. La presenza del camper Moige sarà anche l’occasione per rimarcare gli orari dei tre sportelli d’ascolto, che non si rivolgono solo ai tre paesi della rete, ma a chiunque abbia bisogno di informazioni e supporto, o voglia esporre dubbi o segnalazioni.
Giovedì 17 marzo la campagna “Mobilitiamoci!” e il tour del Centro mobile di sostegno e supporto contro il bullismo del Moige arriveranno a San Salvo, con operatori esperti pronti ad incontrare ragazzi, docenti, genitori e operatori comunali. «Si tratta di un progetto socialmente innovativo alla luce di quanto emerso dalla nostra analisi, assolutamente necessario – commenta Antonio Affinita, direttore generale del MOIGE – La nostra società sta diventando sempre più multietnica e multiculturale, ed occorre valorizzare le differenze, comprenderle, capire le diverse necessità che possono avere, e quali ostacoli si presentino sul percorso di integrazioni special modo per i minori stranieri. MOBILItiamoci è ascolto e osservazione, ma anche azioni concrete in risposta alle esigenze dei minori, creando una rete locale e nazionale di persone che sappiano interfacciarsi con le criticità che affrontano i bambini stranieri nel nostro paese, ponendosi come un supporto, trovando la soluzione migliore e imparando a prevenire e contrastare episodi di discriminazione e bullismo».
Secondo i più recenti dati raccolti dalla Piattaforma Elisa (MIUR, 2021) in Italia il 22,3% degli studenti e studentesse delle scuole superiori è stato vittima di bullismo da parte dei pari e l’8,4% ha subito episodi di cyberbullismo. Rilevanti sono anche i dati emersi relativi alla matrice discriminatoria degli atti di prevaricazione: il 7% degli studenti riporta l’aver subito bullismo basato sul pregiudizio, ovvero prepotenze fondate sul proprio background etnico. In questo contesto diventa fondamentale ideare nuove modalità di prevenzione e contrasto su quella particolare forma di violenza che possiamo definire come bullismo etnico, in cui le prepotenze sono agite nei confronti di bambini e ragazzi con background migratorio. Questa necessità diventa tanto più urgente se consideriamo i dati sulla presenza ormai strutturata di studenti stranieri nelle classi scolastiche che, secondo l’ultimo aggiornamento MIUR relativo all’anno scolastico 2019/20 evidenzia che sono risultati iscritti nelle scuole del nostro paese 877mila ragazzi e ragazze di nazionalità straniera. «A seguito di un’approfondita analisi sul territorio nazionale – si legge nel comunicato del MOIGE – l’associazione aveva riscontrato l’assenza di un quadro istituzionale chiaro e condiviso, volto a contrastare gli episodi di discriminazione e bullismo ai danni di minori stranieri, così come la mancanza di procedure e di standard operativi ai quali far riferimento, che consentano un accesso paritario alle misure di tutela. MOBILItiamoci nasce con l’obiettivo di colmare questo gap, per una reale integrazione culturale e sociale che inizi già dall’infanzia, creando una società del domani più tollerante e rispettosa delle differenze. Il progetto prevede un percorso formativo mirato per gli operatori del settore, la creazione di una rete territoriale, la stesura di un vademecum di buone prassi e standard da rispettare e un monitoraggio attento e continuo del fenomeno e dei risultati raggiunti».