Dai problemi possono nascere le opportunità. Per il mondo politico del Vastese l’opportunità ha tre facce: la variante alla statale 16, la Via verde della Costa dei trabocchi e, paradossalmente, il pericolo che i tribunali di Vasto e Lanciano chiudano.
Tre rischi, tre possibilità, a patto di mettere da parte scontri politici a campanilismi.
STATALE 16 – Se ne discute da oltre vent’anni. Spesso lo si è fatto con annunci poggiati sulle nuvole. A lungo si sono cercati i fondi necessari. Ora che i soldi ci sono, stanno da un lato del bivio. Arriveranno solo se il Comune di Vasto imboccherà la strada voluta dall’Anas, quella della mini variante da nove chilometri: un susseguirsi di tratti in rilevato, viadotti (tre) e gallerie (due) sul costone orientale di Vasto. Allarmano le immagini che iniziano a circolare per simulare l’opera finita. Qualcuna è esagerata. Ma le simulazioni raccontano il timore di rovinare il paesaggio. I pilastri vicino al centro storico. Li vedrà chi dalla riviera guarderà verso la città alta, non potrà fare a meno di vederli chi si affaccerà alla balconata della loggia Amblingh e di via Adriatica, o dai Giardini di Palazzo d’Avalos, per osservare un panorama rovinato da asfalto, rumori e smog. Un pezzo della politica locale, la maggioranza di centrosinistra che amministra il Comune di Vasto dal 2006, vira decisamente verso il progetto della cosiddetta variante provinciale in grado di collegare le zone dei caselli Vasto nord-Vasto sud. Costa meno: 22 milioni di euro contro gli 87 della variante Anas. Il tracciato già c’è. In alcuni tratti va solo riasfaltato, in altri allargato, in altri ancora (una quindicina di chilometri) la carreggiata è stretta e dissestata. «Si può fare in due anni», ha detto a Chiaro Quotidiano il consigliere provinciale delegato all’Urbanistica, Carlo Moro [VIDEO]. Il sindaco di Vasto, che è anche presidente della Provincia di Chieti, ha subito sterzato verso questa soluzione, ribattezzandola «la variante del sorriso, condivisa da tutti i 29 Comuni del Vastese». Il concetto, in sintesi, è questo: meglio perdere gli 87 milioni che deturpare il paesaggio. Un cambio di rotta rispetto alla via indicata da tre documenti approvati dal Consiglio comunale che, invece, alla soluzione prevista dall’Anas e a quella gradita ai sindaci dell’entroterra e all’amministrazione provinciale ha preferito la terza opzione, una sorta di grande circonvallazione in grado di aggirare tutto l’abitato di Vasto [VIDEO]. I costi lieviterebbero a oltre cento milioni di euro. Dalle forze politiche di maggioranza e opposizione piovono comunicati per ribadire il “no” a viadotti e gallerie fronte mare. Resta da capire – particolare non da poco – quale sia l’opzione in grado di mettere tutti d’accordo, quella del Consiglio comunale o quella della Provincia?
VIA VERDE – Un altro tormentone che si trascina da più di tre lustri. Da quando, nel 2005, l’ultimo treno è passato sulla ferrovia adriatica, 42 chilometri a due passi da mare. Arretrarla ha liberato la costa. Ma, una volta tolti i binari, sono arrivati prima l’abbandono e poi i cantieri ancora aperti. La Via verde della Costa dei trabocchi è un progetto ambizioso. Una pista ciclopedonale per unire la riviera da Francavilla al Mare a Vasto (con possibilità di arrivare fino a San Salvo Marina, dove la pista già c’è). Un’attrattiva per chi cerca una vacanza a contatto con la natura. Ora, al quinto anno dall’avvio dei cantieri, servono quasi 5 milioni di euro per ricucire i tratti già completati a quelli che non esistono ancora. A Torino di Sangro l’intoppo principale, la frana sulla costa di Lago Dragoni [VIDEO], a Casalbordino la necessità di passare sul lungomare e di recuperare parcheggi riorganizzando la circolazione [VIDEO], mentre a Punta Penna il percorso cambia allontanandosi dalla zona industriale ed evitando il paradosso di far passare la Via verde tra camion e ciminiere [LEGGI]. I tempi si allungano perché vanno trovati i soldi. E, come per quasi tutte le opere da realizzare, si spera nel Pnrr, alla voce “mobilità sostenibile”. Ma il problema principale sarà decidere un modello di sviluppo turistico. Fino a oggi, ogni Comune ha pensato a sé. I risultati complessivi sono tutt’altro che soddisfacenti. La Via verde non rimanga fine a se stessa ma unisca la Costa dei trabocchi in un unico sistema turistico, magari coinvolgendo anche il vicino litorale molisano.
TRIBUNALI – Un’altra toppa. L’ennesima, a dieci anni dalla riforma della geografia giudiziaria. Tribunali di Vasto, Lanciano, Avezzano e Sulmona prorogati fino a dicembre 2023, poi lo spettro della chiusura tornerà a volteggiare sui quattro palazzi di giustizia, la metà del totale delle sedi giudiziarie abruzzesi. Anche qui nessuno si salva da solo. Due tribunali, Vasto-Lanciano e Avezzano-Sulmona: una proposta di fusione senza campanilismi e senza doppioni da portare sui tavoli del governo che scaturirà dalle elezioni del 2023. L’anno della decisione sulla sopravvivenza della giustizia di prossimità. Allontanare gli organi giudiziari dai territori periferici e accentrarli nei capoluoghi di provincia, allungando tempi e costi per gli spostamenti, non aiuterà ad aumentare la fiducia dei cittadini nell’efficienza della giustizia.