Irrisolta (e non facilmente risolvibile), la questione sicurezza irrompe in Consiglio comunale a ogni ondata di furti. Il problema esiste. Nelle ultime tre settimane una raffica di raid ha tolto il sonno ai residenti di varie zone di Vasto, San Salvo, Cupello e Monteodorisio.
Il Vastese ancora nel mirino dei predatori. La tecnica è conosciuta: si mettono in viaggio su un’auto rubata, che parcheggiano in un luogo appartato non lontano dall’obiettivo, poi si arrampicano sui canali verticali delle grondaie, forzano le finestre, arraffano tutto ciò che vale e poi fuggono (a volte calandosi dai balconi tramite le lenzuola annodate, come nelle scene dei film), infine con la macchina rubata tornano al punto di partenza.
I temi con con cui a Vasto si affronta ciclicamente il problema sono, più o meno, sempre gli stessi: più forze dell’ordine, videosorveglianza e turno di notte della polizia locale. Botta e risposta in Consiglio per un nulla di fatto. E’ stato così anche ieri, nella seduta dedicata principalmente alle questioni contabili: equilibrio e variazioni di bilancio.
Nel finale il dibattito si è infiammato con la mozione del centrodestra sul Potenziamento delle condizioni di sicurezza del territorio. Terreno di scontro ideologico e politico, stavolta il problema non ha trovato un punto d’incontro neanche in un documento unitario, uno dei tanti che l’Aula Vennitti ha visto passare negli ultimi 15 anni e sulla cui efficacia qualche dubbio sarebbe pure legittimo.
Le richieste – Il relatore del documento è stato il capogruppo di FdI, Francesco Prospero: «Premesso che le attività commerciali e le abitazioni dei cittadini del Vastese, soprattutto nelle ultime settimane, sono state bersaglio di furti con scasso commessi da criminali sempre più organizzati e che si percepisce un netto incremento di crimini e aggressioni nelle strade», in cui spesso «le somme introitate vengono investite in altre attività criminose» e vista la necessità «di potenziare gli organici delle forze dell’ordine», la mozione, se fosse stata approvata, avrebbe impegnato il sindaco «a convocare, con la massima urgenza, un tavolo di tutti gli organismi istituzionali impegnati nella lotta all’illegalità e alla criminalità» e a istituire «fin da subito il turno notturno della polizia locale», oltre a «chiedere al prefetto e ai ministeri competenti il potenziamento degli organici» e «riconsiderare l’attuale sistema di controllo di videosorveglianza», che «si presenta palesemente inadeguato a causa di evidenti limitazioni tecniche, eventualmente ampliandolo e potenziandolo anche attraverso il reperimento di fondi pubblici».
Lo scontro – La prospettiva di una sospensione della seduta per far riunire i capigruppo e scrivere un documento unitario è naufragata subito. Sul turno di notte degli agenti locali si è innescato lo scontro tra il sindaco, Francesco Menna, e il centrodestra: «A Vasto d’inverno, di notte, diminuisce il traffico veicolare, ci sono pochissimi incidenti», afferma Menna. «I vigili cosa fanno di notte, i controlli nei cantieri?». Per il capo dell’amministrazione comunale, che cita i decreti sicurezza di Minniti e Salvini, «o si cambia la normativa nazionale e si attribuisce alla polizia locale l’ordine pubblico, oppure significa voler fare populismo dicendo che i furti e le rapine sono colpa del sindaco». Il rivale di Menna alle elezioni dello scorso ottobre, Guido Giangiacomo (Vasto al futuro), attacca: «Perché si regalano i gradi, ma non si può fare il servizio notturno?». E poi: «La pistola perché gliel’abbiamo data, se non possono usarla?». Vincenzo Suriani (FdI) ha rispolverato un altro documento approvato in Consiglio comunale in cui si citava la funzione di ordine pubblico della polizia locale. Così è finito il dibattito, in un nulla di fatto. Il voto: 4 favorevoli (centrodestra), 2 astenuti e 13 contrari (centrosinistra). A ognuno la sua polemica.