Processo Esplodenti Sabino, tutti assolti perché il fatto non sussiste

Tutti assolti perché il fatto non sussiste. È questo l’esito del processo di primo grado sulla strage sul lavoro che costò la vita a tre persone il 21 dicembre 2020 alla Esplodenti Sabino. Il gup Anna Rosa Capuozzo ha letto il dispositivo che assolve gli imputati qualche minuto fa.

La pm Silvia Di Nunzio aveva chiesto dai 4 anni e 2 mesi ai 6 anni e 3 mesi di reclusione e una multa di 287mila di euro per la società. Le motivazioni saranno depositate tra 30 giorni.

Nell’esplosione di quattro anni fa persero la vita Carlo SpinelliPaolo Pepe e Nicola Colameo. Gli imputati che oggi hanno ottenuto l’assoluzione sono il presidente del consiglio d’amministrazione della Esplodenti Sabino Gianluca Salvatore, i componenti del Cda Sabino Salvatore, Massimo Salvatore, Gabriella Salvatore (imputata venuta a mancare nel corso di questi anni), Marco Salvatore, il direttore dello stabilimento Giustiniano Tiberio, il responsabile del servizio protezione e prevenzione Stefano Stivaletta, il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Paolo Iocco, il capo reparto Carlo Piscopo.
A difenderli i legali Augusto La Morgia, Arnaldo Tascione, Alessandra Cappa, Francesco Tascione, Sergio Della Rocca, Marco Spagnuolo, Michele Sonnini e Stefano Vitale.

Il processo aveva messo in evidenza il netto contrasto tra la perizia disposta dalla Procura (secondo la quale c’erano delle responsabilità da parte dell’azienda) e quella dei legali della difesa che, invece, parlava di imperizia da parte dei lavoratori. Per questo, l’anno scorso il gup ordinò una perizia terza.
Su questo punto, un comunicato della Esplodenti Sabino, afferma che tale perizia ha evidenziato «attività effettuate dai dipendenti in maniera autonoma, tenute addirittura celate alla azienda».

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